Dalle abitudini viareggine alla vita di trincea di questi giorni sì è necessario

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Dalle abitudini viareggine alla vita di
trincea di questi giorni sì è necessario

La vita cambia in un batter di ciglia, cambiamola al meglio insieme

di Aldo Carpineti

Il giardino un po' in disordine di questi giorni
Il giardino un po' in disordine di questi giorni

Da mesi non vado a Viareggio. Me lo impediscono evidenti ragioni oggettive ed anche situazioni personali.

Ed è una fra le cose che più mi mancano in questa condizione di limitata libertà che, peraltro giustificatamente, tutti viviamo. Era diventata una abitudine simpatica e piacevole, alternare Genova alla Versilia. Mi direte: Poveraccio, non se la passava male… Ed in effetti è vero, abituarsi alle cose belle si fa presto, dismetterle invece è molto faticoso.

Mi manca la città stessa con la sua passeggiata, la gente, le amicizie straordinarie con le quali peraltro sono sempre in contatto: ma, è ovvio, non è la stessa cosa. Il bagno Florindo e la sua gente, posto molto amato anche da Paola l’attrice genovese che ora abita a Dubai, della quale abbiamo parlato nei giorni scorsi e che ci ha fatto ascoltare un gradevolissimo monologo sull’antenata Bartolomea Gualandi.

I caffè della passeggiata, il Fanatiko, Fappani, la Carmencita. Colazioni allegre, sostanziose apericene. Le corse a Pisa. Le lezioni con gli studenti di Alternanza Scuola-Lavoro. Il calore umano che si sviluppava nella scuola.

Chissà se si potrà riprendere una vita di questo genere. In fondo, a 70 anni e passa, forse qualche diritto ce lo avrei anche…

Ma ora la vita chiama ad altro, quando è tempo di rimboccarsi le maniche, in diversi modi, va fatto. Ripeto fino alla nausea per iscritto e a chiacchiera (magari per telefono) che adesso ognuno deve fare la propria parte, ed è giusto che non mi tiri indietro, rispettando le consegne di questi momenti.

Sono momenti in cui non è facile lavorare, ed in cui il lavoro è poco produttivo. Almeno il mio, quello dei medici e degli infermieri in prima linea lo è molto. Il mio è poco produttivo sia in termini di risultato sia in termini economici per me. Eppure credo che sia un passaggio necessario. A qualcuno non piace la parola epocale. Invece ci troviamo proprio ad una svolta epocale. Un momento cui bisogna comunque dare fruttuosità, perché il nostro futuro possa essere migliore, perché possa ancora esserci un futuro. Tutti i momenti sono momenti di transizione, ma questo lo è in particolare.

Il mondo sta cambiando e bisogna cambiarlo in meglio, non bisogna perdere i treni che passano, anche perché i treni, metaforici e reali, sono sempre meno frequenti e più lenti. Se abbiamo fantasia troviamo certamente qualcosa che è utile fare, ciascuno secondo la propria particolare attitudine e situazione famigliare e sociale. Difficile dire che cosa, alla gente. E neanche mi permetterei di farlo. Ma chi abbia un po di ingegno, e son tanti qui in Italia, lo può certo mettere a frutto, anche semplicemente migliorando il morale degli altri, cosa grandemente meritoria ed indispensabile. 

Qualcuno ha accusato di malinteso buonismo i balconi, gli incitamenti ad essere uniti, gli slogan del tipo ce la faremo. Non è giusto. Ci vogliono anche quelli. E non è superficialità; è piuttosto senso di responsabilità che si allarga e prende vigore collettivo. Ed ognuno poi lo trasforma nelle cose migliori che può dare facendo la propria parte ognuno il suo, tutto quello che si sa e che si può fare.

Mi rendo conto di essere passato da un argomento all’altro forse anche senza una gran logica. Sono i miei pensieri del mattino. E se possono essere utili a me e, in qualche modo, ad altri spero me li passerete… grazie a tutti. 

Martedì 24 marzo 2020

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