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Rinaldo e Stivenson prendono spunto per chattare da lettere/articoli

di Aldo Carpineti

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Rinaldo propone la lettura di due lettere/articolo prese da un quotidiano e di qui prende spunto la conversazione. In una, nello specifico, un professore universitario di Architettura racconta, fra l'altro, di aver iniziato l'anno accademico dicendo ai propri allievi: Quest'anno non vi parlerò solo del processo edilizio, della normativa sugli appalti, del facility management. Quest'anno vorrei parlarvi di un argomento nuovo: la re-si-lien-za. Vorrei insegnarvi a reagire alle avversità di un paese reale che non è fatto per voi, che vi mortifica, che non vi merita (...)

Stivenson: Grazie, Rinaldo. La lettera/articolo del prof… è molto bella e interroga ciascuno di noi rispetto alla propria accettata impotenza della vita quotidiana. Siamo, ciascuno a suo modo, prigionieri dei nostri binari. Ma tanti sono insoddisfatti e vorrebbero fare di più e trovare la forza di cambiare se stessi e il mondo. L’invito alla resilienza, in realtà, non basta. Anche il prof. dovrebbe cominciare a cambiare, lui per primo.

Rinaldo: Cambiare è insito nella natura stessa. Chi non cambia si condanna all’immobilismo e alla decadenza.

Stivenson: Vero. Ieri ho sperimentato un nuovo ruolo; è stato divertente improvvisarmi lettore di opere d’arte. Non dico critico che sarebbe troppo…

Rinaldo: La cultura apre l’interpretazione delle diverse realtà in particolare nel campo dell’arte. Per questo non hai difficoltà a sperimentare nuove strade. Credo che nelle cose tutto si riconduca ad Unità, alla Unità originale. Perciò ogni espressione ha tanto in comune con le altre.

Stivenson: Che bello, Rinaldo! È un concetto bellissimo.

Rinaldo: L’Uno in filosofia è un tema trattato da molti: Parmenide, Platone, Plotino fino ad Hegel

Stivenson: Gli eleati sono tra i miei preferiti

Rinaldo: Almeno in origine mi pare sia così, poi c’è una progressiva diversificazione… ma neanche troppa. Forse da un po di tempo assistiamo all’innesco del fenomeno opposto: tutto si assomiglia terribilmente, persino gli uomini e le donne. Le mode, i gusti, i comportamenti, persino le stagioni e la meteorologia. Che sia un ritorno all’Unità? O piuttosto una carenza di fantasia…? In ogni caso, tornando a bomba, è movimento. In conclusione mi sembra si possa dire che l’Unità è senso del collettivo, la diversificazione è senso dell’individuo.

Stivenson: Tutto si assomiglia. È vero. Omologazione da modelli mediatici. Ma occorre essere capaci di cambiare rotta. Certe lamentazioni, come quelle che ci hai fatto leggere oggi, devono produrre azioni e trasformazioni; reazioni positive, voglio dire. Diagnosi e prescrizioni e prognosi. E qui sta la nostra personale chiamata in causa.

Rinaldo: Sì, scegliendo di volta in volta quel che è da privilegiare fra il collettivo e l’individuo. Il che non è dare un colpo al cerchio ed uno alla botte. Torna in causa anche la resilienza… diagnosi, prescrizioni e prognosi… guarigione. Non vorrei buttarla in politica. Ma anche la politica è fra le cose. Anche l’uomo di Neandhertal avrà ben dovuto scegliere qualche volta fra il bene della propria famiglia ed il proprio bene. In ogni caso, caro Stivenson, sono del tutto d’accordo con te che anche queste riflessioni, opportune o pleonastiche che siano, devono portarci a reagire, a darci una svegliata.

Stivenson: Politica: eccome se c’entra. Originariamente c’entra.

Sabato 25 novembre 2017