Genova | da giovedì 1/2 ai cappuccini

Assassinio sull'Orient Express, il film

rivisita A. Christie in chiave moderna

Il Comunicato del Cinema Cappuccini su questo evento da non perdere

di Aldo Carpineti

Locandina
Locandina

COMUNICATO CINEMA CAPPUCCINI

Febbraio 2018

Giovedì 1 ore 16: 00, 18: 30 e 21: 15, Venerdì 2 ore 19: 00 e 21: 15, Sabato 3 ore 18: 00 e 21: 15, Domenica 4 ore 18: 00 e 21: 15, Mercoledì 7 ore 16: 00; Mercoledì 7 ore 21: 15 VO sottotitolata  

Assassinio sull'Orient Express
(USA, Malta 2017) Drammatico, Thriller 114 minuti. Regia: Kenneth Branagh. Cast: Johnny Depp, Kenneth Branagh, Daisy Ridley, Penélope Cruz, Michelle Pfeiffer, Judi Dench, Josh Gad, Lucy Boynton, Willem Dafoe, Tom Bateman
Trailer

Recensione Sullo sfondo degli anni Trenta, dell'Art déco e del turismo esotico, Hercule Poirot scova colpevoli e sonda con perizia le sottili meccaniche criminali. Atteso a Londra con urgenza, trova sistemazione, lusso e conforto sull'Orient Express. Ma una valanga e un omicidio interrompono presto i suoi piccoli piaceri, la lettura di Dickens e la simmetria delle uova la mattina. Mister Bouc, il direttore del treno preoccupato della polizia e dello scandalo, chiede a Poirot di risolvere il caso. Bloccato con tredici passeggeri, tutti sospettati, il celebre detective improvvisa un'indagine che lo condurrà dove nemmeno lui aveva previsto. 
Dopo aver rivisitato Shakespeare con enfasi e furore, azzardato un'incursione nell'universo supereroico della Marvel, offerto una nuova giovinezza all'agente Jack Ryan e riletto la Cenerentola della Disney in live action, Kenneth Branagh dirige la sua versione cinematografica del romanzo giallo di Agatha Christie (Assassinio sull'Orient Express), pubblicato nel 1934 e già oggetto dell'adattamento di culto di Sidney Lumet. 
La celebre inchiesta di Hercule Poirot, tradotta per lo schermo da Michael Green, costituisce un materiale drammatico irresistibile e insolito per l'autore inglese che sceglie per sé il ruolo principale. Armato di un cast pletorico, Branagh stacca il biglietto e si gioca la corsa. Prendere l'Orient Express, (soprattutto) per lui è come stare a teatro, assistere a un'epoca di formidabili promesse di progresso e di libertà. Quando il treno raccordava luoghi lontani, comprimeva il tempo, dilatava lo spazio, riconfigurava le città e avvicinava gli uomini. Ma l'Orient Express non assunse mai veramente quel ruolo.
Macchina per produrre miti, dove l'Occidente trovava il suo altrove e il suo doppio esotico, fu un treno antimoderno alla ricerca di un Oriente mitico e immaginario. La destinazione era importante ma la prima tappa del viaggio e la sua quintessenza erano il treno stesso. L'anima dell'avventura, la sua ragione d'essere. Sorgente d'ispirazione infinita e luogo propizio alla seduzione, allo spionaggio e naturalmente all'omicidio, il treno blu e oro di Branagh deraglia nella neve, giocando con le possibilità e la poca libertà che può prendersi. Ribadendo ma insieme aggirando la costrizione che impone un treno coi suoi scompartimenti e i suoi corridoi stretti, l'autore scommette sul fuori campo, filmando dall'alto, dal basso, dall'esterno. Il piano sequenza in stazione ad esempio mostra Hercule Poirot attraversare il vagone senza interruzione fino alla sua cabina, rivelando col suo movimento e la sua durata la contiguità dello spazio

Giovedì 1 febbraio 2018