ESPONENTI DELL'ARTE CONTEMPORANEA

Carlo Calvi il pittore della realtà oggettiva

Un percorso dal restauro alla pittura espressiva

L’Associazione La Casa delle Arti – afferma il consigliere Gaetano Colletti – sarà in prima linea per la valorizzazione e la riscoperta delle opere del Maestro, ora vivente a Varazze

di Antonio Rossello

Gaetano Colletti, consigliere de La Casa delle Arti
Gaetano Colletti, consigliere de La Casa delle Arti
Il logo de La Casa delle Arti
Il logo de La Casa delle Arti
Carlo Calvi
Carlo Calvi
Marina
Marina

L’Associazione La Casa delle Arti – afferma il consigliere Gaetano Colletti – sarà in prima linea per la valorizzazione e la riscoperta delle opere del Maestro, che ora vive a Varazze. Una carriera artistica ultrasessantennale che ha raccolto vasti consensi di critica e pubblico. Dalle prime esperienze genovesi, quale decoratore affreschista, nella bottega del prof. Torsegno di Genova, autorevole restauratore, agli interventi su pale d’altare di importanti artisti antichi nelle chiese di Liguria e Marche, fino all’esercizio a tempo pieno di una pittura libera e creativa.

Marina
Marina
Natura morta
Natura morta

Il pittore Carlo Calvi, figlio d'arte, nasce a Genova nell'anno 1937. A soli 18 anni Carlo Calvi si diploma decoratore-affreschista. Si pone sotto la guida del noto restauratore di opere artistiche, Francesco Torsegno di Genova, l'ultimo di una straordinaria dinastia di artigiani genovesi dell’arte titolari di una storica bottega che fu in piazza dei Garibaldi un tempo e poi in piazza Pinelli, sempre nel centro storico e chiusa recentemente tra il silenzio e l’indifferenza. Qui Calvi impara la difficile arte del restauro. Opera quindi nelle chiese più importanti della Liguria e nelle Marche. In questo periodo, interviene nel restauro di importanti pale d'altare di artisti famosi, quali: Van Dick, Cataletto, Guardi, Guido Reni, Strozzi, Magnasco, Cambiaso, Piola, De Ferrari, e molti altri. Successivamente, per meriti artistici viene incluso nell'album dei più quotati restauratori della Sovraintendenza alle Gallerie della Liguria. Più tardi si adopera in lavori di intaglio, di modellato e applicazioni di oro zecchino su statue del famoso Maragliano. Queste esperienze a contatto con le grandi opere d’arte antiche lo forgiano e lo maturano permettendogli di acquisire oltre che una marcata sensibilità artistica anche una notevole maestria tecnica e conoscenza delle tecniche pittoriche. fintantoché, dopo studi profondi sulle diverse correnti d'avanguardia, Calvi elabora una sua espressione pittorica (anno 1969) definita: Realtà nel progresso (periodo rosso). Tale periodo prosegue fino alla fine del 1973 allorché, abbandonato il restauro, troppo condizionante, approda ad una nuova linea espressiva denominata Classicismo-Simbolico-contrapposto (periodo azzurro) che adotta per lungo tempo. Percorsi che nel tempo lo portano a peritarsi in diverse formule espressive sino al raggiungimento degli esiti attuali che evidenziano da un realismo iperdettagliato, portato quasi al limite della negazione della realtà oggettiva per porsi in prossimità di risultati metafisici, mai però (volutamente) raggiunti. In questo senso, avviene in Calvi una scelta per certi versi contrastante rispetto alle tendenze dell’iperrealismo, la corrente artistica originatasi negli Stati Uniti alla fine degli anni Sessanta del 20° secolo e si sviluppatasi fino agli anni Settanta diffondendosi anche in Europa. Vi sono dunque margini che lo discostano dalla vocazione alla perfetta imitazione della realtà, perseguita servendosi di tecniche elaborate e innovative, di suoi coevi, quali John Kacere, Chuck Close o Orlando Ricci, che votandosi all'iperrealismo riproducono il reale in modo talmente perfetto che sculture e pitture paiono vere, anche se talora forti e brillanti colori celano l’inespressività di volti o l’inquietudine di paesaggi, fino allo sconfinamento nel fotorealismo, che si riscontra in certe opere di Roberto Bernardi e Raphaella Spence. Non va trascurata in ultimo l'esecuzione di ritratti su commissione che lo ha reso uno dei più famosi e apprezzati ritrattisti italiani: tra i più importanti ricordiamo: Il ritratto del pontefice Paolo VI, di Giacomo Puccini, (nel 50°della sua morte) dell'attore genovese Gilberto Govi. L’artista varazzese Caterina Galleano è stata sua allieva e si è ispirata alle sue opere. Ed è proprio per questo che, nei propri obiettivi imminenti, con un impegno personale, che sorge da rapporti di stima ed amicizia, esponenti dell’Associazione albisolese La Casa delle Arti, quali Maria Scarfì Cirone e Gaetano Colletti, si dedicheranno alla valorizzazione e la riscoperta delle opere del Maestro.

Il suo sito personale: http://www.carlocalvi.it/

Giovedì 26 luglio 2018