Genova | trasformazioni e conseguenze

L'incontro tra umanesimo e tecnologia

è fruibile soltanto quando ci sia qualità

L'antica funzione dell'editore e l'incontro diretto tra scrittore e lettore

di Aldo Carpineti

Libri
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Sembrerà strano, ma è invece del tutto indicativo e sintomatico che laddove umanesimo, o subapplicazioni di esso, e tecnologia si incontrano ne nascano le conseguenze più discutibili per l’uno e per l’altra. Dal punto di vista qualitativo e da quello morale.

Mi riferisco a tutta la letteratura-spazzatura ma anche a tutta la disinformazione che oggi invade il web. Accenno a queste cose non soltanto perché difendo il libro in cartaceo come collaboratore di uno dei maggiori editori genovesi che ha soprattutto una produzione tradizionale. Ma proprio perché è reale che oggi lo scrivere dilaghi senza controlli e limiti anche finalizzato agli scopi peggiori.

Per carità, giustissimo che ognuno sia messo nelle condizioni di scrivere, ma è anche vero che i risultati sono spesso scarsamente edificanti. L’utilizzo del web a scopi poco leciti più ancora che la scarsa qualità, dal momento che questa dipende da un giudizio soggettivo.

Fuor di dubbio è  che un tempo fra lo scrittore e il pubblico esisteva l’interposizione dell’editore. Questi, se serio, aveva una funzione di filtro, faceva una cernita fra le composizioni di valore e quelle che andavano scartate.  Oggi si passa direttamente dal produttore al consumatore, dallo scrittore al pubblico, con risultati che se da una parte sono pregevoli perché si da a tutti la possibilità di esprimersi e di arrivare al lettore, dall’altra registrano un calo nei contenuti, con conseguenti pericoli per chi, leggendo, si affidi. Nel frattempo l’amato libro o il quotidiano in cartaceo hanno oggi spazi sempre più esigui, si teme addirittura per la loro sopravvivenza. Tutto ciò attiene ad un discorso qualitativo.

Dal punto di vista morale, invece, non possiamo nasconderci che di fatto sul web avviene spesso una diffusione di notizie inesatte o addirittura errate, ma ancor più è riprovevole l’uso del on line a scopi poco chiari e ai confini del lecito, quando non proprio palesemente illeciti.

Si vuole con questo dire che è auspicabile un ritorno al passato? No certo. Niente di peggio che pretendere di tornare indietro. Le condizioni del trascorso non sono più ricostruibili e l‘unico modo di procedere è quello di guardarsi avanti. Del resto le trasformazioni hanno sempre portato con sé effetti collaterali non desiderati, come si dice in farmacia; è il destino delle grandi rivoluzioni, armate o pacifiche che siano.

Resta il fatto che guardare al passato è un esercizio vano ed improduttivo. L’adagio secondo cui la storia è maestra è vero fino ad un certo punto. La storia ha piuttosto un valore culturale, di esercitazione della mente, di memoria e di ossequio ai grandi del passato. Restituiti all’attualità, possiamo invece sperare che il futuro evolva in meglio, che le scelte siano rispondenti ai criteri e alle esigenze del miglior convivere. Come sempre, si deve sperare nella responsabilità delle persone. 

Sabato 6 ottobre 2018