Genova | di fronte alla nostra esistenza

Le scelte della vita, un mix di strategia

e spontaneismo, secondo le circostanze

Conoscere sé e comportarsi di conseguenza è forse la chiave di volta

di Aldo Carpineti

Partita a scacchi
Partita a scacchi

Strategia o spontaneismo? Questo il busillis cui spesso ci troviamo a dover dare risposta nell’affrontare le diverse circostanze che la vita ci propone. Come sempre, la risposta non può essere definitivamente tranciante. Le sfumature fanno parte del nostro mondo, lo si voglia o no, e non si può non tenerne conto pena una univocità delle scelte che corrisponde poco alla realtà e ad essa si adegua scarsamente.

A monte ed a sostegno della strategia stanno i valori del ragionamento, della meditazione, della ponderazione ed anche della prudenza. Lo spontaneismo o, meglio ancora, la spontaneità (perché tutti gli ismi portano con sé un senso peggiorativo) ha il valore della freschezza, dell’immediatezza e del modo di fare diretto. E neppure si deve credere che l’immediatezza precluda il ragionamento. Anzi, ne presuppone uno rapido e spesso più efficace nel suo intervenire in tempi strettissimi.

Saper prendere decisioni in brevi spazi di tempo è dote che fa degli strateghi uomini d’azione. Le battaglie, forse, si vincono prima a tavolino, ma bisogna poi combatterle nel reale, che comporta sempre esigenze di lucidità nelle decisioni immediate, nel susseguirsi delle contingenze concrete. La vita non è una partita a scacchi, oppure può esserlo, ma con una regola in più: quella di avere a disposizione, a volte, tempi limitati per prendere le decisioni.

Ne consegue che un mix dell’una e dell’altra capacità rappresenta la chiave di volta dei propri comportamenti, quelli che inducono conseguenze importanti come quelli che sembrano avere rilevanza secondaria nello svilupparsi degli eventi successivi. La scelta tra l’uno e l’altro atteggiamento in ciascuna circostanza va al carattere di ognuno ed alla predisposizione del proprio pensiero e del proprio animo.

E forse è proprio questo il cuore del problema. Lasciare spazio alle proprie inclinazioni. Nella considerazione che spesso (non sempre) è risolutivo non quello che si fa, ma come lo si fa. Conoscere se stessi e le proprie caratteristiche diventa, di conseguenza, fattore primario per preferire di risolversi in un modo o nell’altro e per averne il migliore dei risultati.  

Sabato 5 gennaio 2019