Genova | italia nel mondo

La lingua italiana, quarta nel mondo ad essere

studiata, supera il francese ed il tedesco

La nostra lingua ha segnato il mondo della musica, delle arti, della scienza, del canto, il che ci riempie di orgoglio. Un privilegio persino imprecare con le stesse parole di Dante e degli altri grandi della nostra letteratura

di Francesca Camponero

Studiare l'italiano
Studiare l'italiano

Forse saremo di parte, ma è indubbio che la lingua italiana è elegante, musicale, armoniosa, dolce, piacevole, seducente e non a caso viene studiata sempre di più al mondo. Da una recente ricerca è venuto fuori che nel mondo si parla sempre più italiano dopo l’inglese, lo spagnolo e il cinese e prima del francese e del tedesco.

La nostra lingua ha segnato il mondo della musica, delle arti, della scienza, del canto, il che ci riempie di orgoglio. Annalisa Andreoni nel suo libro “Ama l’italiano. Segreti e meraviglie della lingua più bella” (Edizioni Piemme) racconta come sia un “privilegio parlare d’amore, sognare e persino imprecare con le stesse parole di Dante e degli altri grandi della nostra letteratura”. Possiamo passare da un sonetto di Petrarca ad una poesia di Alda Merini, da Ariosto a Fantozzi, a Vasco Rossi con estrema facilità. Le altre lingue europee non lo consentono. Thomas Mann definì l’italiano la lingua degli angeli. “Nel corso del tempo l’italiano è stato percepito dagli stranieri come elegante, musicale, delicato, femminile, liscio come la seta, armonioso, dolce, florido, gentile, gradevole, grazioso, melodico, piacevole, seducente – scrive l’autrice – Oggi la bellezza italiana significa anche paesaggio, cucina, moda, design e stile di vita: tutto ciò è inscindibile dalla lingua in cui è stato pensato e ha preso forma”.

Ma veniamo ai numeri. Nell’anno scolastico 2015-16 sono stati 2.233.373 gli stranieri che hanno studiato l’italiano con un automento di 400.000 unità rispetto all’anno precedente in cui si era fermato a 1.700.000 e a quello ancora prima in cui erano stati registrati 1.522.000 studenti. Il 55% di loro studia l’italiano a scuola, gli altri nei contesti più svariati. Ieri il Sole 24Ore ha riportato una classica che ci rende orgogliosi, quella del 2018 stilata da Ethnologue, pubblicazione cartacea ed elettronica del SIL International, che prende in analisi migliaia di lingue nel mondo fornendo per ognuna di esse il numero dei parlanti, le regioni di diffusione, i dialetti, le affiliazioni linguistiche: da questa risulta che l'italiano è sempre al quarto posto per l'anno accademico 2016/17, con 2.145.093 studenti raggiunti in 115 paesi tramite gli Istituti Italiani di Cultura.

Il paese più italiofono è l’Albania dove la conoscenza della nostra lingua si è diffusa in ogni strato sociale attraverso la televisione ma il primo Paese al mondo per numero di studenti di italiano è la Germania seguita in Europa dalla Francia. Nel Mediterraneo i Paesi in cui più si studia l’italiano sono l’Egitto, dove aumenta velocemente la richiesta di insegnamento come seconda lingua, e la Tunisia dove la nostra lingua è insegnata nei licei come terza lingua opzionale dopo il francese considerato lingua nazionale e l’inglese. Nei paesi anglofoni sono gli Stati Uniti dove l’italiano è la 4 lingua straniera più studiata e dove si registra il maggior numero di cattedre di italiano e di dipartimenti di italianistica nel mondo e l’Australia nella quale l’italiano è addirittura la seconda. Insomma nel mondo il nostro idioma è molto amato ed apprezzato.

Gli stranieri vogliono imparare l’italiano perché trasmette loro il piacere della bellezza, il che è una vera soddisfazione per noi che siamo nati in Italia, la culla della cultura, un piccolo Paese grande in tutto il mondo perchè da sempre le genti di ogni parte vi si recano per respirare un pò di civiltà e di bellezza. Un paese che fino a qualche anno fa accoglieva persone che nei loro stati erano costrette a privarsi della propria identità, e quindi vi si recavano per essere liberi. Si dice che persino Oscar Wilde, una volta uscito dal carcere, scelse di recarvicisi, prima a Palermo e poi a Roma, per trascorrere i suoi ultimi anni di vita segnati dalla malattia. Quel Paese è la nostra Italia che vorremmo restasse sempre così.

Lunedì 25 febbraio 2019