considerazioni questa volta diurne

Tornare a vivere la speranza a qualsiasi età

anche se il mondo di oggi non è roba facile

Senza essere figli dei fiori, non necessariamente hippy post litteram

di Aldo Carpineti

Pizza in giardino
Pizza in giardino

Tornare a vivere la speranza. Non dico la speranza dei vent’anni perché quella è passato per chi non li ha più e, tutto sommato, non è neanche tanto ragionevole. Ma una prospettiva di conferme degli aspetti preferibili del vivere e la aspettativa di aggiustare quelle cose che ancora non funzionano a dovere.

Il passare degli anni toglie e aggiunge, non è facile dire se i settanta anni che ho vissuto debbano considerarsi oggi settanta anni di più o settanta anni di meno. Il solito discorso del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.

Giunti a questa età però, almeno per quanto mi riguarda, credo che tutto sia da fare piuttosto che tirare i remi in barca. Compatibilmente con le proprie diminuite capacità fisiche, le esperienze da fare sono ancora tante, rese più pregevoli ed assaporabili dal raggiungimento di una maturità di pensiero e di gusto nell’apprezzare quanto arriva che soltanto adesso possiamo permetterci.

Riconosco che la vita presenta ogni momento difficoltà che a volte sembrano immani. Non arrendiamoci, lavoriamo il nostro tempo nella giusta direzione, ed i risultati arriveranno. Non so se saranno risultati di stabilità definitiva; difficilmente, anzi, si potrà godere di situazioni irreversibilmente positive. Gli alti e i bassi sono comuni a tutti. Ma la tendenza al meglio può sopraggiungere, pur nella considerazione che, superati gli anni giovanili e quelli di mezzo, le problematiche invece di risolversi si fanno spesso anche più incalzanti.

Ma è proprio la filosofia dell’affrontare le difficoltà, la consapevolezza che tutto rapidamente cambia e che di ogni momento val la pena di prendere quanto di meglio può offrire. A che pro diventare anziani se non per apprezzare nel giusto stato d’animo ciò che ci capita… Il residuo di bene che ci rimane vale di più oggi di ieri.

Cerchiamo di non essere avari o troppo esigenti con noi stessi, ciò che ci fa stare male sono le pretese esagerate, ma non consideriamoci arrivati mai, finché ci pare di poter progredire sotto qualche punto di vista.

I miei non sono consigli, non mi permetterei di darne, ho troppo rispetto per la libertà intellettuale altrui. Sono piuttosto considerazioni personali, che vanno bene per me e nelle quali, chissà magari qualcuno si ritrova, e trova conferma che, anche per lui, sì è proprio così.

Tornare a sperare senza essere figli dei fiori, non necessariamente hippy post litteram. Ma, al contrario, nella consapevolezza che questo mondo può offrire ancora tanto anche a noi che già tanto abbiamo vissuto.  

Martedì 23 luglio 2019