Una tradizione ormai, da sedici anni si tiene questa manifestazione a Sori allo scopo di raccogliere fondi in favore dei malati terminali e di quelli colpiti da sla.

Una festa, malgrado la drammaticità del tema, perché si vuole celebrare anche la sofferenza come qualcosa che appartiene alla natura e da essa ci deriva. 

La letteratura e la tradizione sono piene di esempi riguardo al tema del soffrire come mezzo per migliorare. La provvida sventura manzoniana ne è un esempio eclatante e persino rasserenante. Chi soffre sa di vivere per intero e fino in fondo la propria umanità. Chi arriva a morire in grembo alla sofferenza ha il privilegio di non morire mai fra di noi.

Strano mistero quello della vita, che dispensa gioie e tristezze in modo non uniforme, strano mistero quello di chi vive l'intera vita nella oscurità di una sofferenza senza soluzione di continuità. Ci si può domandare: cui prodest? la risposta, forse, è nella stessa incomprensibile varietà della natura, che a qualcuno chiede tanto ad altri meno, e si contenta.