Genova | al teatro duse

Bravi gli attori de Le regole per vivere

alle prese con un testo stancante

Uno spettacolo che si crogiola nelle convenzioni della commedia domestica tradizionale, ma che aumenta la posta mostrandoci ingegnosamente e giocosamente le regole con cui ciascuno dei personaggi vive e i loro modelli distruttivi di comportamento

di Francesca Camponero

Davide Lorino e Lisa Galantini
Davide Lorino e Lisa Galantini

Sicuramente non c’è famiglia in cui almeno una volta il pranzo di Natale non si sia verificato come una vera catstrofe. Non soltanto perchè magari l’arrosto non è stato presentato in tavola con la cottura al punto giusto, ma perchè i rapporti familiari, tenuti legati solo da questa ricorrenza, sono poi crollati per una frase mal detta, un’insinuazione non gradita, un commento fuori luogo, che ha fatto degenerare quello che doveva essere un incontro piacevole in una rissa da osteria.

Ed è proprio da situazioni del genere che la biologa Sam Holcroft ha creato la sua commedia “Le regole per vivere” vista per la prima volta al National nel 2015 e presentata ieri al Teatro Duse nella versione registica di Antonio Zavatteri.

Uno spettacolo che si crogiola nelle convenzioni della commedia domestica tradizionale, ma che poi aumenta la posta mostrandoci ingegnosamente e giocosamente le regole con cui ciascuno dei personaggi vive e i loro modelli distruttivi di comportamento. Regole che appaiono ben scritte su un tabellone sopra la scena, come detta per altro la piece originale della Holcroft.

I personaggi sono sette, due fratelli Matteo ed Adamo, uno con la moglie (Giovanna) e l’altro con la fidanzata del momento (Carola), poi ci sono madre e padre, lui infermo su una sedia a rotelle e infine la figlia della coppia sposata con problemi psichici legati all’adolescenza.

Quello che il pubblico ha chiaro sin dall’inizio, perchè vede scritto a caratteri cubitali, è che quando Matteo dice una bugia, deve sedersi. Quando Adamo vuole deridere (cosa che fa sempre), deve farlo con una voce caricaturale, la mamma Edith deve pulire per mantenere la calma e la ragazza di Matteo, deve fare uno show fino a quando non genera una risata.

Il meccanismo assicura sicuramente alcune risate, ma a lungo andare diventa stancante e le regole che la scrittrice si è imposta spesso sono lì lì per affondare il gioco. I personaggi e le loro stranezze presentano sì i caratteri di ognuno di loro, ma il loro essere personaggi così “seriali” ne fa delle macchiette. Peccato, perchè gli attori (Lisa Galantini, Alberto Giusta, Davide Lorino, Orietta Notari, Roberto Serpi, Mariella Speranza e la giovanissima Caterina Tieghi) sono tutti bravissimi e li abbiamo già apprezzati in lavori di stampo diverso.

E così quando ad un certo punto la mamma dichiara: “Troppo, questo è troppo ”, il pubblico potrebbe pensare lo stesso nel momento in cui tutto ciò che si vede in scena diventa una farsa a tutto campo dove a volare non sono solo parole poco gentili che i vari personaggi si scambiano a vicenda, ma anche brandelli di tacchino mal tagliato, biscotti secchi mal cucinati e via dicendo.

I protagonisti tutti gonfi di rancore, incastrati in relazioni di coppia complicate e frustrati da vite professionali insoddisfacenti, presentano modelli di comportamento distruttivi che si sono già troppo visti (a cominciare nei vari film di Woody Allen) e la cui analisi interessa sempre meno e meno ancora diverte.

Ed allora si rimpiangono la classe e la poesia di Eduardo nel suo “Natale in casa Cupiello”, ben altra cosa... intramontabile, come tutto ciò che è arte vera.

LE REGOLE PER VIVERE è in scena al Teatro Duse fino a domenica 19 gennaio. Martedì, mercoledì, venerdì e sabato lo spettacolo inizia alle ore 20.30, giovedì alle ore 19.30. Domenica ore 16.

Mercoledì 15 gennaio 2020