Genova | si possono vedere rimedi?

Covid19 momenti molto difficili per tutti

per i governanti come per la popolazione

Malumori diffusi, scontento e difficoltà preesistenti si sommano oggi

di Aldo Carpineti

Rose di ottobre, una speranza?
Rose di ottobre, una speranza?

Come tutti sappiamo i recenti DPCM hanno nuovamente ristretto le possibilità di movimento di noi tutti nella nostra quotidianità. I provvedimenti sono stati suggeriti dal rinvigorirsi, col clima autunnale, del fenomeno del Covid19 così come temuto da molti e verificatosi puntualmente anche per le difficoltà di trovare rimedi definitivamente efficaci. Contemporaneamente anche larghe fasce di imprese, soprattutto quelle della ristorazione, hanno dovuto riadeguarsi ad orari ridotti e a restrizioni parecchio limitative della propria capacità di esercizio. Per altre, quelle degli eventi e dello spettacolo, la normalizzazione, mai restituita, si allontana ancora.

Difficile dare un giudizio riguardo alle disposizioni che vengono in questo momento dalle autorità preposte; certo è che la prima fase della gestione del problema, quella del lockdown, risolta attraverso drastiche misure che impedivano a tutti di circolare per strada salvo gravi giustificazioni motivate, è stata una condizione più facile da tenere sotto controllo. Quelle successive, della graduale ripresa di una temporanea normalità invece, hanno incontrato difficoltà maggiori, dovute alla possibilità di ciascuno di interpretare a modo proprio le ritrovate libertà. Più facile è dire: Dobbiamo tutti stare chiusi in casa, piuttosto che dire: Possiamo riprendere ma con le dovute cautele. 

La recuperata possibilità di muoversi ha poi coinciso con l'arrivo dell'estate, il momento dell'anno in cui si vive di più all'aria aperta, anche la sera, e rimanere in casa è un sacrificio maggiore. Si è verificato così che, stappata la bottiglia, il contenuto sia uscito in maniera esagerata e non sempre ordinata. 

L'attuale fase, a tutta evidenza, presenta enormi difficoltà di gestione: difficile capire, da uomo della strada, al di là di numeri e statistiche non sempre affidabili, quanto il pericolo effettivamente incomba su di noi: certo la gente è preoccupata dal riproporsi del morbo e al tempo stesso anche dalla prospettiva di vivere momenti di nuovo incompatibili con l'esigenza umana di socializzare e di esercitare le proprie attività produttive. Un malcontento, una cattiva predisposizione dell'animo è diffusa fra gran parte della popolazione. E, per altro verso, questo spirito porta a criticare qualsiasi atteggiamento i governanti possano prendere, sia esso restrittivo o libertario. 

Quale la soluzione, se di soluzione si può parlare? Certo in primo luogo la coscienza e il rispetto di ognuno per le più elementari norme di comportamento reciproco. Si sa che portare la mascherina - è solo un esempio - nella maggior parte delle ipotesi salvaguarda più il nostro prossimo che noi stessi. Ebbene questo può essere un motivo di educazione alla attenzione reciproca ed alla presa di coscienza riguardo a comportamenti sociali. Proprio il sentire di più i problemi sociali. Prenderci cura di quanto sembra unirci più che di quanto ci separa è esercizio sicuramente utile e capace di dare risultati duraturi. L'impegno, il ritrovato impegno per se stessi e per gli altri forse può essere l'unica panacea. La soluzione, ci pare, sta nella crescita di noi stessi, come persone e come popolo. La civiltà, ne siamo certi infine, può sconfiggere anche il virus. 

Lunedì 26 ottobre 2020