capitolo quarantaquattresimo a morgex

L'attività formativa presso la Casa ha una

stasi, intese profonde tra Carlotta e Paolo

Anna si consiglia riguardo alla opportunità di proseguire i corsi

di Aldo Carpineti

La Casa di Morgex, cover
La Casa di Morgex, cover

Anna si era posta il problema se fosse il caso di continuare l'attività formativa che Mario aveva portato avanti con successo nella Casa in quegli anni: si rendeva conto che, per farlo, sarebbe stata necessaria una persona che svolgesse il ruolo di Mario, e che avesse le sue stesse competenze. Decise, per farsi un'idea, di rivolgersi alla propria associazione di categoria ed ebbe chiarimenti che giudicò interessanti. Ma poi, considerato tutto, ritenne più conveniente fare affidamento sulle entrate provenienti da coloro che transitavano piuttosto che su un'attività che, non appartenendo al suo mondo professionale, minacciava di sfuggire per molti versi al suo controllo. Del resto, le stanze che erano a disposizione, cinque con dieci posti letto, erano sempre quasi tutte occupate, sia per il passaggio, che si era moltiplicato, sia perché era cresciuta anche la fama di quella che molti chiamavano locanda e pizzeria, ma per chi era habitué rimaneva sempre la Casa di Morgex. Un'estate Carlotta passò, tramite la sua scuola, quindici giorni in Inghilterra insieme ad alcune compagne, in un college, per una full immersion d'inglese; partì col piede giusto anche perché, attraverso il contatto con Ethel, aveva già appreso molto della lingua. Tuttavia cinque ore al giorno di conversazione di gruppo le giovarono parecchio per perfezionarla. Le piacque l'ambiente, giovane e internazionale, e si ripropose di ripetere l'esperienza negli anni a venire. Il soggiorno le servì anche per arrivare a decidere che, dopo le superiori, avrebbe scelto la facoltà di lingue. Paolo già dalle elementari aveva cominciato a dimostrare le sue inclinazioni: anche lui era molto portato per le lingue e preferiva l'italiano all'aritmetica, pur non sfigurando nemmeno con i numeri e le operazioni; così era stata e continuava ad essere anche la forma mentis della sua mamma, che prediligeva le materie letterarie rispetto a quelle scientifiche. Il carattere di Paolo era quello di un ragazzo molto indipendente ed anche risoluto, che difficilmente si lasciava condizionare dall'esterno e portava a termine le cose secondo criteri propri. Poteva aver influito positivamente in questo senso l'educazione avuta da una famiglia aperta e l'ambiente di vita a contatto con diverse altre persone, ognuna delle quali aveva il suo modo di vedere e di affrontare l'esistenza, pur nella comunanza di intenti che si manifestava attraverso una mancanza di risparmio di sé ad ogni livello. Il rapporto fra Carlotta e Paolo si era sviluppato, vivendo molto ravvicinatamente, nelle direzioni dell‟ allegria a della franchezza. Carlotta trovava Paolo adorabile fin da piccino, tuttavia non lo trattò mai da bambolotto: aveva seguito la crescita del fratellino osservandone il modificarsi delle capacità e dei sentimenti ed imparò il modo più adatto di prenderlo ogni volta secondo le circostanze; la loro era una grande amicizia, prima ancora che una consanguineità; insieme avevano immaginato avventure da barone di Munchausen, ma si erano poi sempre rapportati l'un l'altra con tutto il senso della realtà e dell‟ onestà che è pur possibile ai bimbi alla loro età. Era abitudine di Carlotta aiutare il fratello anche senza tornaconti, persino quando nemmeno lui se ne accorgeva, prevenendogli le difficoltà inutili e tirandolo per tempo fuori dagli imbarazzi prima che questi si manifestassero: anche fra gli adulti, soltanto a chi aveva una spiccata sensibilità era possibile rendersi conto delle intenzioni della bimba in quei momenti.

Lunedì 22 febbraio 2021