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P. Luigi Kerschbamer missionario: le Lettere

10. Lettera sulla fiducia in Dio

Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi

di Gutti Carpineti

La fiducia
La fiducia

LA FIDUCIA IN DIO 

Siamo credenti; il Signore ci ha fatto il grande dono della fede, ma noi approfittiamo molto poco delle promesse del Signore che sono grandissime e innumerevoli.

Vediamo che cosa promette il Signore in Ez. 36, 24:

24Vi prenderò dalle genti, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. 25Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; 26vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. 27Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi. 28Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio. 29Vi libererò da tutte le vostre impurità: chiamerò il grano e lo moltiplicherò e non vi manderò più la carestia. 30Moltiplicherò i frutti degli alberi e il prodotto dei campi, perché non soffriate più la vergogna della fame fra le genti.

 «Vi prenderò dalle genti...» Questo è quanto il Signore ha fatto e continua a fare, prendendosi sempre più cura i noi. Siamo il suo popolo scelto e prediletto e questa promessa è per ciascuno di noi, per la chiesa, per l’umanità, per tutti quelli che cercano il Signore.

«Vi prenderò dalle genti»: ci ha scelti per essere suo popolo, ci ha prediletti e ci conduce verso una terra fertile, un suolo di pace.

Quando ci avviciniamo al Signore, ad esempio in un gruppo di preghiera, avvengono sempre cose straordinarie; il Signore è presente e, anche se noi siamo freddi o freddissimi, stando vicino a Lui, riceviamo sempre un pò di calore. Ogni volta succedono i miracoli di Dio, perciò la partecipazione settimanale ad un gruppo di preghiera è indispensabile; il gruppo infatti ci scalda, mentre al di fuori troviamo ghiaccio dappertutto: tra i familiari, sul lavoro, tra i cristiani.

«Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati, dice il Signore, Io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli».

Osserviamo che il Signore dice«Io»: Io vi prenderò, Io vi radunerò, Io vi purificherò, Io vi ridarò un cuore nuovo. Il Signore non mette condizioni; è Lui che fa, è Lui che agisce, tutto è dono suo: il dono della vita, del creato, della salvezza, dello Spirito Santo che fa nuove tutte le cose. L’iniziativa è sempre. di Dio. Io vi libererò, Io vi convertirò. Quante volte volevamo liberarci noi dai nostri difetti, volevamo convertirci noi, ma, al dunque, ci siamo resi lista conto di avere sempre la stessa lista di peccati.

«Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo». Il Signore ci dà un nuovo modo di vedere e di intendere le cose e un nuovo modo di pensare. La mia esperienza dell’effusione riguarda proprio questa promessa che si è realizzata. Agli inizi del Rinnovamento sono andato a Torino e dei fratelli hanno pregato su di me. Mi sono sentito piccolo, tremavo…ma il Signore aveva masso dentro di me un cuore nuovo ed uno spirito nuovo, aveva messo tanta pace, tanta tranquillità e pensieri nuovi, su cui non avevo mai riflettuto. Al ritorno da questo incontro mi sono scoperto dire al microfono, meravigliandomi io stesso:«Signore, aiutaci a lasciarci amare da te». Io che dicevo sempre: «Dobbiamo amare Dio, dobbiamo convertirci…dobbiamo…dobbiamo...» Adesso, pur davanti a contrarietà o discussioni, rimanevo tranquillo, nella pace, mentre giorni prima avrei fatto chissà che cosa per salvare quella situazione. Era la grazia del Signore che mi stava dando una vita nuova, un cuore nuovo abbandonato in Dio.

Un cuore nuovo simboleggia anche la salute piena, quando il sangue circola bene in tutte le parti del corpo. Il Signore, attraverso la sua presenza in mezzo a noi, non lascia niente di incompiuto. Quando ci raduniamo e preghiamo, se siamo perseveranti, lasciando sempre al Signore i suoi tempi, vedremo tutti gli ostacoli cadere, tutte le imperfezioni svanire. Apriamoci dunque ogni volta alla grazia del signore, allo Spirito Santo, affinché il gruppo di preghiera non diventi una routine, un’attività come le altre. Se il Signore però è presente ci dà uno spirito nuovo, un corpo nuovo, una vita familiare nuova. Il Signore aggiusta tutto. Il Signore ci carica e ci dà la forza per portare il suo amore alle altre persone che incontriamo.

«Porrò il mio Spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi».

Non siamo noi che riusciamo a osservare i comandamenti del Signore, ma è lo Spirito del Signore, presente in noi, che ci fa osservare e mettere in pratica i suoi statuti, ci fa sentire in sintonia con la Chiesa, ci dà una nuova delicatezza, un’attenzione verso tutti. Impariamo così che, se offendiamo Dio e gli altri, rattristiamo lo Spirito del Signore: il Signore è luce e ci rendiamo conto che, facendo qualcosa che non gli è gradito, quella luce si spegne pian piano.

 Il Signore ci purifica e ci libera da tutto ciò che è inutile. Quante cose inutili che prima ritenevamo fossero necessarie! Quanti di noi, quando hanno bisogno, sono contenti adesso del minimo indispensabile. Il Signore, a poco a poco, ci fa sentire bisogno soltanto del minimo indispensabile, nel mangiare, nel vestire e nel dormire. ricordo che a Medjugorje la Madonna avrebbe detto al gruppo di preghiera dei ragazzi: «Solo dopo quattro anni di preghiera pensate alla vostra vocazione». Perché questo? Perché dopo quattro anni di preghiera il Signore ha tolto tanto dalla nostra vita. Quante esigenze abbiamo prima di incontrarci col Signore! Quante preoccupazioni, quante difficoltà, ma, dopo anni di preghiera, il Signore ce ne libera e possiamo sentire con chiarezza che cosa vuole da noi. Ci sono gruppi di preghiera dove non c’è più nessuno che fuma o che prende il caffè o che perde tempo davanti alla TV. Il Signore ci libera anche dall’attaccamento ai soldi, al lusso, da tantissime altre cose e, pian piano, facciamo quello che Lui vuole: viviamo secondo i suoi statuti e secondo i suoi comandamenti. Con lo Spirito del Signore è facile accettare i diversi compiti che Lui ci affida e lo facciamo volentieri perché desideriamo fare le cose del Signore. Il Signore riesce a fare grandi cose! Quando ci apriamo al Signore, quando ci lasciamo amare da Lui e ci rendiamo disponibili perché ci possa dare un cuore nuovo ed uno Spirito nuovo, Lui ci fa vivere al cento per cento la sua parola e ci dà gioia nel viverla.

«Arriverete nella terra che diedi ai vostri padri». Nel libro «I racconti del pellegrino russo» vediamo come, attraverso la preghiera, attraverso la forza dello spirito Santo, possiamo ritornare a quella innocenza che avevamo prima del peccato originale. Quindi, per mezzo del suo Spirito, il Signore ci riporta alla terra dei nostri padri, cioè a quel tipo di vita che aveva dato ai nostri progenitori.

«Moltiplicherò i frutti degli alberi ed il prodotto dei campi, perché non soffriate più la vergogna della fame tra le genti». Questo significa libertà vera dinanzi a Dio, che garantisce per noi. Se noi lo scegliamo non perderemo la faccia davanti alla gente. Dobbiamo rischiare nella fede, con gioia, perché sappiamo che Lui sempre ci accompagnerà e non permetterà che soffriamo la vergogna dell’infedeltà. Dio non verrà meno e ci difenderà dalle delusioni e dall’insuccesso. Non per noi fa tutto questo, ma perché Lui è il Dio perfetto, il Dio di ogni consolazione, il Dio dell’amore e della pace e no può fare a meno di compiere tutto questo.

Meditiamo ora un altro brano della parola di Dio, che è la continuazione pratica di quella che abbiamo meditato prima: Mt. 6, 25:

Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? 26Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un`ora sola alla sua vita? 28E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora se Dio veste così l`erba del campo, che oggi c`è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? 31Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? 32Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. 33Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.

 Perciò vi dico: «Per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete…». Dove ci collochiamo noi? tra i pagani o la gente di poca fede? Quante volte ci siamo comportati come i pagani, ci siamo preoccupati troppo per il domani, per la nostra vita, per il nostro futuro. Il Signore oggi ci vuole scuotere e ci dice che non ci abbandona, che ci ama, che provvede a noi. Il Signore è padre se noi lo accettiamo. È lui che agisce se noi ci fidiamo. Quando aspettiamo tutto da Lui, quando ci mettiamo in attesa nella fede, quando ci mettiamo in preghiera, possiamo proprio dire che si aprono le cateratte del Cielo e le benedizioni di Dio scendono su di noi.

Attendere davanti al Signore nella fede, nella tranquillità e nella pace: questo apre per noi le porte del Cielo, le porte della vita nova.

«Guardate i gigli del campo…»: nonostante abbiamo coscienza di valere di più dei gigli del campo, quanto ci lasciamo avvolgere dalle cose materiali e quanto poco speriamo in Dio! Quante opere, studi, chiacchiere, conferenze e quanto poco tempo davanti al Signore! La sproporzione è enorme. Crediamo a tante cose, vere e non vere, e crediamo così poco alla parola di Dio! Ci lasciamo coinvolgere dalla mentalità materialista del mondo. Il Signore invece ci chiede di fidarci di Lui, lodandolo in ogni situazione…«e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta». Quanto più ci fidiamo di Dio tanto più otteniamo: potremmo fare una lista di tutto ciò in cui il Signore è intervenuto per quanto riguarda il lavoro, i soldi, le capacità, l’educazione dei figli. Il Signore ci fa questa grande promessa se ci abbandoniamo a Lui.

«Nel silenzio e nell’attesa, dice il salmo, c’è la nostra forza, c’è la nostra certezza». È lì che incontriamo il Signore. Abbandonarsi alla Provvidenza…è Vangelo. Ed è il Vangelo che la Madonna a Medjugorje ci dice di meditare tutti i giorni. Fidarsi di Dio, fidarsi della Provvidenza.

«Cercate prima il regno di Dio e tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù». Quando preghiamo, non guardiamo l’orologio perché abbiamo ancora tanto da fare, ma abbandoniamoci a Dio, contiamo solo su Dio. La Madonna ci dice: «Nelle difficoltà, nelle contraddizioni, nei problemi non difendetevi, ma pregate». Dobbiamo insistere sulla preghiera, riconoscere il Signore come Signore. Come in una famiglia i genitori fanno tutto per i figli piccoli, così, se lo riconosciamo come Signore, come Padre, Dio fa tutto per la nostra vita.

Valiamo davvero più dei passeri? Valiamo più dei gigli dei campi? Si, valiamo di più; siamo magari gente di poca fede, ma, nonostante questo, il Signore ci ama… fidiamoci di Lui oggi.

Abbandoniamoci a lui, qualunque sia la nostra situazione; riconosciamo Gesù come Signore, riconosciamo Dio come Padre di ciascuno di noi e il suo Spirito trasformerà i nostri cuori, la nostra vita, la Chiesa e il mondo. Amen!

Lunedì 15 marzo 2021