Facciamo il punto della situazione con l'editore roberto fonte

«In Reteluna, siamo una grande famiglia

Da oltre 15 anni vicini a tutti gli italiani»

Con la fine del 2021 e l'inizio del nuovo anno ecco un bilancio di quel che è stato e cosa ci prefiggiamo per il futuro. Cosa cambia nell'informazione online, e come il web si colloca rispetto ai media tradizionali

di Roberto Fonte

L'editore di Reteluna.it, Roberto Fonte
L'editore di Reteluna.it, Roberto Fonte

Gentili lettrici, cari lettori,

è con grande piacere che mi rivolgo a voi in questi giorni di fine anno, in un modo un poʼ inconsueto, per farvi gli auguri attraverso le pagine di Reteluna. La comunicazione con i lettori è importante, e quale migliore occasione di questa, siamo agli sgoccioli del vecchio anno, ed è doveroso fare il punto della situazione. Questo giornale ha avuto tante vicissitudini che si sono verificate in questi anni. Abbiamo dovuto fare i conti con un'esplosione di nuovi servizi offerti via internet, spesso da major americane o cinesi, che partendo da servizi di social network o commercio elettronico, sono arrivati a intaccare il mercato della pubblicità, tradizionalmente appannaggio di testate editoriali informative. Quando siamo nati nel 2006, Internet era tutt'altra cosa. C'erano pochi portali di riferimento che offrivano notizie a carattere nazionale, e servizi di forum e posta elettronica. Con lo sviluppo dell'informazione libera sul web, il modo di fruire delle notizie è cambiato. Anziché comprare un giornale, si preferisce sfogliare pagine virtuali, con notizie che ti arrivano direttamente sul computer gratuitamente. L'individualismo che come italiani spesso ci contraddistingue, ha visto la nascita di innumerevoli progetti editoriali provinciali che, dopo qualche entusiasmo iniziale, chiudono, perché un giornalista intraprendente capisce che ciò che sembra economico (l'apertura di un nuovo sito internet) in realtà non lo è. Dietro a un progetto editoriale ci sono costi che corrono, basti pensare che un sito internet altro non è che un software che gira su un computer, un server, che per funzionare deve stare acceso 24 ore al giorno, 365 giorni all'anno, con consumo di energia elettrica e banda larga. Chi comincia dal garage di casa, comprando un economico servizio di hosting si renderà conto, in breve tempo, che le esigenze di un quotidiano che si rispetti sono ben altre, pertanto è necessario fare investimenti più consistenti, che da soli non si possono affrontare.

I mezzi tradizionali come giornali e riviste si sono dovuti contenere, hanno dovuto ridurre i loro formati in tabloid molto piccoli, per far fronte alle spese ed arginare vendite sempre più scarse. Le edicole si sono dovute reinventare con l'offerta di nuovi servizi di giochi online, pagamenti, scommesse sportive. Il quotidiano come luogo di discussione, dialogo, compravendita di prodotti e servizi, risoluzione di problemi, non esiste più. Ormai siamo nell'era del digitale, dove ognuno di noi in tasca ha almeno uno smartphone e l'informazione passa principalmente da lì. Sono nate le fake news, che hanno insegnato che una notizia è tale quando viene diffusa da una voce attendibile, e non da chiunque si candidi a fare informazione sul web.

Ciò che era gratuito sul web è diventato a pagamento, penso ad esempio a tutti quei giornali che richiedono oggi un abbonamento per essere letti. Erano nati come giornali liberi sul web, ma visto che il giornale ha dei costi, hanno cominciato a chiedere una quota ai propri lettori. Sono nate nuove diatribe fra chi produce contenuti sul web, e chi vende la pubblicità sui contenuti prodotti da altri. Per esempio, motori di ricerca come Google hanno dovuto fare i conti con editori come Rupert Murdoch che contestavano la proprietà del copyright per testi e immagini ripresi e messi all'indice, sui quali i motori di ricerca hanno speculato, vendendosi la pubblicità. Oggi sono stati implementati strumenti nuovi per la cancellazione veloce di contenuti messi all'indice e non autorizzati.

La politica si è dovuta interessare a questioni nuove, come il Diritto all'oblio, proteggendo i cittadini implicati in vicende giudiziarie, dando nelle loro mani uno strumento giuridico che garantisse loro il diritto ad essere dimenticati, a tutti coloro che in passato sono stati, per esempio, arrestati per vicende di cronaca, che poi hanno scontato la pena, o sono stati poi assolti e quindi riabilitati. Come spesso accade, la collaborazione fra testata giornalistica e cittadini porta la direzione di un giornale online a dover cancellare ciò che il web di per sé conserva nel tempo, a differenza di carta stampata, tv e radio che non ripropongono nel tempo ciò che ormai non fa più notizia. Gli articoli del web sono invece conservati su database che gonfiano il giornale online, e non potrebbe essere diversamente se si vuole competere con contenuti sempre maggiori offerti dai competitor.

Abbiamo imparato che i dati non vengono solo raccolti e venduti ad aziende terze, ma che i nostri dati sono "profilati", cioè veniamo schedati in base ai nostri gusti e ciò che ci viene veicolato, quindi pubblicità, ma anche articoli, prodotti e servizi venduti sul web, assecondano le nostre preferenze, sono più vicini a noi, e quindi prendono la nostra attenzione. Abbiamo scoperto che promesse di pluralismo che nello '06 ci erano state fatte con l'avvento delle nuove tecnologie e la diffusione del sistema digitale terrestre per la televisione sono state disattese. Infatti, piuttosto che favorire il pluralismo dando voce a nuovi editori televisivi, a parte qualche eccezione come il gruppo Discovery, si sono sì moltiplicati i canali, ma sono sempre rimasti nelle mani degli stessi editori, che hanno dovuto spalmare le risorse per riempire molte più ore di programmazione con la riproposizione per i telespettatori di repliche noiose di cose già viste.

Ci hanno convinto prima a comprare un decoder per la visione della nuova televisione, poi a cambiare del tutto l'apparecchio televisivo, comprando degli schermi a led sempre più grandi e invasivi, che prevaricano nei pranzi e nelle cene della famiglia, dal momento che presentatori tv, attori e attrici hanno dimensioni quasi reali. Molti di questi televisiori piatti e moderni, come sta accadendo in questi giorni, finiranno presto in discarica, perché sta arrivando il Digitale terrestre di seconda generazione, e quindi stanno costringendo ancora una volta a cambiare il televisore nuovo con un televisore nuovissimo, perché altrimenti presto non vedrete più nulla.

In tutto questo, le Smart tv, per intenderci quelle con Android, hanno dato la possibilità vera di pluralismo. Con un'applicazione scaricata da uno store si ha la possibilità di accedere a ecosistemi nuovi, dove si preme un pulsante e si accede a centinaia di canali tv alternativi, anche gratuiti, ovviamente ad alta definizione, e abbiamo capito che dell'antenna tv si può cominciare a farne a meno. Facendo la somma, arriviamo al risultato: alcuni giornali hanno chiuso, mentre fra le tv locali, alcune hanno chiuso, altre si sono riposizionate nella giunga televisiva, dicono dal numero 10 al 19 del telecomando, altre semplicemente sono andate a finire nel girone degli ignavi, rievocando un canto dantesco della Divina Commedia, laggiù su quei numeri alti, tipo 700, 800, 900: canali tv tanto inguardati quanto inutili dove anziché trasmettere programmi sarebbe meglio lasciarsi morire piuttosto che resistere. Ah dimenticavo, sui tetti dei condomini italiani ci sono ancora delle "padelle" arrugginite orientate verso l'alto. Onestamente, non ricordo più a cosa servano. Forse stanno lì a ricordarci che tutto cambia, siamo un mondo in continua trasformazione, dove le certezze di oggi presto saranno smontate dall'avvento di nuove tecnologie.

Dove ci collochiamo noi di Reteluna in tutto questo? Siamo sul web da oltre 15 anni, da sempre vicini alle famiglie italiane. Sicuramente abbiamo capito che l'individualismo non porta da nessuna parte, bisogna collaborare, fare squadra, perché le proprie risorse scarse è meglio metterle a disposizione di un progetto comune. Si dice che l'unione fa la forza, e la parola network, cioè la rete, altro non è che l'emblema di tutto questo. Pensate ai corrieri postali: è da un poʼ di tempo che il settore logistico postale è stato liberalizzato, e laddove le merci si muovono in breve tempo c'è sicuramente un network di persone che ci lavora.

Noi di Reteluna abbiamo scelto di mantenere un'impaginazione sobria, priva di fronzoli grafici, e contiamo molto sulla collaborazione di persone nuove. Pertanto, vorrei ringraziare prima di tutto il dott. Aldo Carpineti, in qualità di caporedattore di Reteluna Genova, il dott. Antonio Rossello e Gianluca Valpondi che si occupano di Reteluna Savona e Reteluna Italia, la dottoressa Patrizia Tassone, la quale è al lavoro per implementare Reteluna Lucca, anche in questo caso con la preziosa collaborazione di Aldo Carpineti e di tutti gli altri collaboratori, che credetemi, sono davvero tanti, dovrei ringraziarli uno ad uno. Sulle nostre pagine, nonostante l'interazione costante con le forze dell'ordine, che da tutta Italia comunicano con noi giornalmente, non ci soffermeremo molto sulla cronaca. Come detto prima, sia per esigenze stilistiche del giornale, ho citato il diritto all'oblio, l'investimento su articoli giornalistici di cronaca con successiva cancellazione degli stessi a distanza di anni, non va a beneficio della nostra testata che invece ha bisogno di mantenere sul web i contenuti precedentemente prodotti, che siano appannaggio del ranking. Ritengo, inoltre, che il clima di paura diffuso dai telegiornali, con la diffusione di notizie spesso sovradimensionate rispetto a quello che sono veramente, non vada a beneficio di chi ascolta. Penso a come sia stata gestita l'informazione sulla diffusione del Covid. Un giorno si rassicurano i cittadini sul rientro dall'emergenza sanitaria, il giorno dopo voci cantilenanti dei Tg nazionali incutono ancora paure per la diffusione di nuove varianti del virus. Ma se è vero, come ha scritto in questi giorni l'Economist, che l'Italia è il Paese che meglio di tutti ha affrontato questa emergenza sanitaria, per la qualità dell'assistenza sanitaria e il Pil in crescita, probabilmente in questo momento il Paese ha bisogno di rassicurazioni, piuttosto che di paure. Preferiamo, quindi, raccontarvi le storie delle persone, attraverso racconti e interviste, nel tentativo e nella speranza che l'umore per questo nuovo anno sia più alto, e si diventi un Paese più comunicativo, collaborativo e unito di quello che siamo. Ed è per questo che rivolgo a tutti voi che ci seguite (i numeri sono tanti) i migliori auguri per un diverso, e felice, 2022.

Lunedì 20 dicembre 2021