La Casa di Morgex è al quarto capitolo prosegue la vicenda di Anna e Carlotta

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PUbblicato in cartaceo nel 2004

La Casa di Morgex è al quarto capitolo
prosegue la vicenda di Anna e Carlotta

Mamma e figlia e la loro vita con i turisti che transitano dalla locanda

di Aldo Carpineti

Camera nella casa di Morgex
Camera nella casa di Morgex

Capitolo quarto

Anna riconobbe subito la macchina di Mario e Laura che ritornavano da lei il lunedì all‟ ora di pranzo come a rispettare una promessa, e andò loro incontro: Buongiorno, bentornati – disse, accennando un inchino divertente – sono proprio felice di rivedervi ma le ci volle meno di un attimo per accorgersi che c'era un'ombra sui loro volti, non erano sereni come il giorno prima. Entrate - disse comunque, sperando che il contrattempo si potesse risolvere in breve, – ho fatto un'ottima minestra di ceci, sono sicura che vi piacerà. Certo, deve essere buonissima – disse Laura – sforzandosi di tirare fuori un sorriso. Il vostro tavolo vi aspetta – disse ancora Anna, nel tentativo di mantenere un'atmosfera sollevata – ve lo apparecchio subito, vino bianco o rosso? Rosso – rispose Mario senza modificare l'espressione accigliata – possiamo sederci? Cinque minuti e la tavola era apparecchiata e completa, con tanto di zuppiera e mestolo di legno. Rompendo il silenzio di Laura e Mario, Anna prese la parola: Scusate, forse mi intrometto nei fatti vostri, e non so se mi sia lecito farlo, ma perché quei musi lunghi? Qualcosa è andato storto? No... no… - fece Laura, mentre Mario abbassava ancora di più lo sguardo sul proprio piatto – è una vecchia storia fra noi due. Sai, Anna, io non voglio avere figli; mia sorella, che ha due anni in meno di me, qualche tempo fa ha avuto un aborto e io non voglio correre il rischio: ma non è soltanto questo, io non mi vedrei come mamma, sono certa di non esserci proprio portata, ci sono donne nate per questo, io no; non saprei sacrificare il mio tempo e le mie attenzioni, mi sento troppo gelosa della mia autonomia, troppo egoista, forse. Lui, invece, vorrebbe averli, almeno uno. Ieri sera siamo arrivati da Jean e Francesca, che è stata mia compagna di università: loro hanno un bimbo di sette anni e una bimba di due. Tutto bene, ma stamattina, ripartiti da Chamonix, Mario è ritornato sull‟ argomento, ho risposto anche troppo duramente, abbiamo litigato, pare proprio che su questo tasto non riusciremo mai a metterci d'accordo. Io ho già compiuto i quarantun anni – intervenne Mario – cosa devo aspettare per avere un figlio? Ancora un po e poi mio figlio mi chiamerebbe nonno e Mario si alzò, cacciò le mani nelle tasche e andò a guardare in silenzio fuori dalla finestra. Anna non proseguì, le sembrava un discorso di tale delicatezza che soltanto i diretti interessati potevano argomentarci sopra. Volete un altro po di minestra? sussurrò nel modo più dolce possibile. Ma sì – rispose Mario venendo fuori dal suo isolamento – è proprio buona. Ah! bene – gioì Anna – e poi vi do un po di fontina; squisita anche quella, sapete. Assaporando due gustose fette di fontina Mario e Laura sembrarono ritrovare il filo per scambiarsi qualche parola.

Mercoledì 27 gennaio 2021

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