La Fratelli Frilli casa editrice prende posizione contro nuovo regolamento del Premio Strega

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Genova | i piccoli editori non ci stanno

La Fratelli Frilli casa editrice prende posizione
contro nuovo regolamento del Premio Strega

Sarebbe penalizzante per i medio-piccoli editori in ragione delle spese
di partecipazione: l'invio di 500 copie del libro non è alla loro portata

di Aldo Carpineti

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Fratelli Frilli Editori Contro nuovo Premio Strega

«Il nuovo regolamento del Premio Strega rasenta l’ipocrisia mascherata da opportunità con il filo rosso di un imperante buonismo. E la strategia adottata per porre una pezza dopo che Roberto Saviano, come membro degli Amici della domenica (lo storico corpo elettorale della giuria), ha sfidato la consolidata prassi delle logiche di spartizione candidando Elena Ferrante con L'amica geniale, pubblicato da E/O». Così Carlo Frilli, Direttore della Fratelli Frilli Editori, marchio noto nel panorama nazionale per la scelta di divulgare principalmente gialli noir, prende posizione contro il nuovo regolamento del Premio Strega, con particolare riferimento all'istituzione di una clausola di salvaguardia che favorirebbe la presenza dei piccoli e medi editori. «Se nella cinquina - così recita il regolamento - non sarà compreso almeno un libro pubblicato da un editore medio-piccolo, si procederà all'inclusione di quel libro che avrà ottenuto il maggior numero di voti, determinando così una finale a 6 o più candidati». Peccato, rileva Frilli, che leggendo poco più sotto di qualche riga si evinca come la grande apertura sia in realtà chiusura. Premesso che «il comitato direttivo è intervenuto richiedendo un maggiore impegno ad autori ed editori» si chiede «l'invio gratuito delle 500 copie cartacee - si legge testualmente - necessarie alla giuria entro i tempi tassativamente indicati». E il punto, ovviamente, non sono i tempi, ma le 500 copie da inviare al momento in cui si arriva in finale. «Un numero elevatissimo per un piccolo e medio editore, che a condizioni così onerose è comunque disincentivato a partecipare. E che di fatto è costretto ad auto escludersi, togliendo al Comitato l'imbarazzo di farlo». Frilli rileva come sia noto che «solo i grandi brand stampino migliaia di copie, garantite da una distribuzione capillare. Per gli altri, una prima tiratura difficilmente e in pochi casi supera le 2mila copie, che costituiscono comunque un importante investimento economico. Inviarne 500, seppure con il conforto di avere raggiunto il traguardo di essere nella cinquina, è oneroso e penalizzante. Sembra quasi un diverso modo di acquistare pubblicità. Così si continua a rimarcare le differenze tra grandi e piccoli e medi, non a parificarle in nome della ricerca del talento».

Lunedì 9 marzo 2015

© Riproduzione riservata

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