Perché scriviamo? Il fenomeno oggi è molto più diffuso che nel passato, mutate modalità

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Perché scriviamo? Il fenomeno oggi è molto
più diffuso che nel passato, mutate modalità

Scrivere in genere soddisfa l'esigenza di integrare il parlato

di Aldo Carpineti

Scrivere
Scrivere

Perché scrivere? In genere scrivere corrisponde all’esigenza di comunicare, di arrivare agli altri in maniera alternativa rispetto a quella tradizionale della conversazione diretta. Dà soddisfazione, in particolare, all’esigenza di avere più ascoltatori contemporaneamente, di giungere ad un pubblico molteplice e variegato mentre chi comunica oralmente arriva (a meno che non faccia una conferenza) soltanto a chi è a portata di mano.

Molto spesso si scrive e non si ha la possibilità di sapere chi e come leggerà le proprie parole. Lo scritto è, nella maggior parte delle ipotesi, una comunicazione generale, rivolta a molti, o addirittura a tutti. Chi scrive un libro non si preoccupa di celare i contenuti a questa o quest’altra persona o categoria di persone. La lettura è libera e, di solito, più è diffusa più si ha soddisfazione.

Spesso è un’integrazione a ciò che si dice con la bocca, una modalità in più che induce non soltanto risonanza e diffusione ma anche valore aggiunto. E altrettanto spesso efficacia, soprattutto per chi sia dotato di maggiori capacità di scrittura che di eloquio.

Oggi si fa ricorso alla scrittura in modo più diffuso di quanto avvenisse un tempo. I mezzi elettronici hanno dato a tutti quanti la possibilità di comunicare per iscritto. Ne è derivato un utilizzo comune dello strumento, il fenomeno si è espanso a macchia d’olio, ma al tempo stesso, consegue un minore controllo della qualità del prodotto. Sia dal punto di vista linguistico che dei contenuti. Un tempo l’editore aveva una funzione da filtro a quel che si scriveva, faceva una scelta fra ciò che meritava di essere pubblicato e quanto andava scartato. Oggi questa modalità è andata estinguendosi, essendosi aperta la possibilità a tutti di arrivare direttamente a tutti. Difficile dire se ciò sia un bene o un male: probabilmente, e come sempre, è l’una o l’altra cosa a seconda della prospettiva dalla quale il problema è osservato.
L’apertura ad ognuno delle opportunità di comunicazione scritta ha anche fatto sì che vada sempre più crescendo il numero di quelli che decidono di cimentarsi in forme di scrittura più impegnate del semplice scambiarsi informazioni quotidiane. La letteratura, i giornali le riviste hanno perciò da un po di anni a questa parte un più vasto numero di cimentatori con una crescita conseguente delle testate, in cartaceo o on line, e di quanti si dedicano a scrivere un libro, almeno una volta nella vita.

Si sono sviluppate, di conseguenza, anche professioni collaterali, in particolare quella del ghost writer

Si deve pensare che il fenomeno prenderà sempre più piede, portando con sé, come già avviene, mutazioni linguistiche ma, ancor più, modificate modalità della nostra vita di tutti i giorni e del nostro stare insieme. Ai sociologi lo studio delle conseguenze e di eventuali correzioni 

Mercoledì 27 settembre 2017

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