Genova | human dog il progetto itinerante di silvia amodio

In mostra sino alla Befana venti scatti d’autore

Una nuova immagine di famiglia e di ritratto

Il museo di arte contemporanea Villa Croce propone il progetto della fotografa milanese Silvia Amodio atto a proporre attraverso l’immagine il legame empatico tra uomo e animale domestico, una complessità di scelte, di costumi in evoluzione

di Chiara Boi

Silvia Amodio a Villa Croce 04/12/2015
Silvia Amodio a Villa Croce 04/12/2015

Se qualcuno ricorda l’inizio del film «La carica dei cento e uno» ispirato al romanzo di Dodie Smith, non potrà aver dimenticato, certo, l’esileranti passeggiate per i parchi di Londra tra cani e padroni in tutto e per tutto, volutamente simili. È il cane che assomiglia al padrone o il padrone che si sceglie il cane a propria immagine? Il dilemma sembra uno scherzo buffo, tuttavia, esistono molte assonanze. Ma cercando di allontanarsi da comuni stereotipi e facili binomi, la fotografa Silvia Amodio cerca un approccio più razionale e scentifico a questa millenaria storia di amicizia e di relazione. Gli animali, nelle situazioni di benessere, si aggiungono facilmente alla società, diventando parte integrante della famiglia. Non si può negare che moltissime persone sopperiscono alla mancanza di prole scegliendo un animale da compagnia; sembra che l’uomo senza animali non riesca proprio a stare. Dal culto dei cani chihuaha per gli Aztechi, passando per Carlo V con il cane dipinto da Tiziano nel 1533 fino ai contemporanei lavori di Chiara Cappelletti, gli amici a quattro zampe si legano al nostro percorso storico inscindibilmente con punte di popolarità eclatanti. Donazioni milionarie a cani e gatti, vestiti e accessori di lusso, cibi prelibati, antropomorfismi forzati, eccessi spropositati: elementi estremi che non interessano la fotografia dell’Amodio. Lo scatto deve racchiudere una felicità famigliare, rilassata e moderatamente austera.

Silvia Amodio che, ieri pomeriggio, ha inauguarato a Villa Croce una delle sue tappe della performance Humandog, lavora a questo progetto da oltre cinque anni. In diverse città del nord Italia costruisce il set fotografico su cui operare (un telo porpora-violaceo e una sedia o un supporto in pelle). Cani e padroni vengono ritratti in uno scatto, ma il risultato è solo la punta di un iceberg di tutto il percorso svolto. L’artista milanese sceglie un numero di persone su cui concentrare il suo studio zooantropologico e le ritrae.

La mostra che si chiuderà il 6 gennaio, a Genova, darà l’occasione ai visitatori di osservare tanti sguardi, di indagare attraverso la fotografia i cambiamenti più intimi della nostra società. Ritrarre degli individui con il proprio pet è una scusa velata per raccontarci. - A Milano c’erano solo cani di piccola taglia - ha osservato l’artista, - alcune coppie omosessuali non hanno timore a farsi ritrarre con il loro cane, mentre questo sarebbe stato impensabile sino a venti anni fa. Queste sono solo alcune delle reali dinamiche che si possono constatare attraverso la raccolta di fotografie. Avrei bisogno di fare molti più scatti e mi piacerebbe fare una pubblicazione dopo questa esperienza, proprio perchè una maggiore documentazione può riuscire a delineare meglio la complessità sociale che è davanti ai nostri occhi -. 

Come ci piace essere rappresentati? Comunichiamo attraverso un tatuaggio, un taglio di capelli, un colore, una posa; presentiamo noi stessi ai posteri, delineiamo i caratteri della nostra sensibilità contemporanea, ma lo facciamo ancora di più se accanto a noi ci sono i nostri cari e l’animale del cuore. 

Sponsor dell’evento è l’azienda genovese Schesir che produce cibi naturali per animali. Per scelta dell’artista il ricavato della vendita dei venti ritratti verrà devoluto alla Fondazione Theodora Onlus e servirà a sostenere i bambini ricoverati presso l’Istituto Gaslini di Genova.

Sabato 5 dicembre 2015