Genova | il 2 febbraio alle 21.00
Lunaria Teatro continua la ricerca intorno alla letteratura siciliana
di Aldo Carpineti
COMUNICATO STAMPA
Teatro dell’Archivolto | Piazza G. Modena 3, Genova
martedì 2 febbraio 2016 sala Gustavo Modena ore 21
Lunaria Teatro
Mastro-don Gesualdo
tratto dal romanzo di Giovanni Verga
adattamento Daniela Ardini e Mario Marchi - regia Daniela Ardini
con Giovanni Costantino, Andrea Benfante, Alberto Carpanini, Arianna Comes, Paolo Drago, Mario Marchi, Anna Nicora, Giselda Castrini, Vittorio Ristagno, Francesca Conte
scene Giorgio Panni e Giacomo Rigalza - costumi Maria Angela Cerruti - produzione Lunaria Teatro
Martedì 2 febbraio alle ore 21 il Teatro dell’Archivolto ospita Lunaria Teatro con Mastro-don Gesualdo, adattamento dal celebre romanzo di Giovanni Verga con cui la compagnia guidata da Daniela Ardini continua la sua ricerca intorno alla letteratura siciliana, dopo Retablo di Vincenzo Consolo, Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e Il giorno della civetta di Leonardo Sciascia. In scena un folto gruppo di attori - Giovanni Costantino, Andrea Benfante, Alberto Carpanini, Arianna Comes, Paolo Drago, Mario Marchi, Anna Nicora, Giselda Castrini, Vittorio Ristagno, Francesca Conte – dà vita ai personaggi verghiani, conservandone intatte manie, invidie, rancori e soprattutto quel linguaggio studiato dallo scrittore siciliano per differenziare le diverse appartenenze sociali.
Gran lavoratore, intelligente e fortunato negli affari, Mastro-don Gesualdo (Giovanni Costantino) accumula roba - denaro, ricchezze, terre - con l’ambizione di entrare a far parte del mondo dei nobili. Travolto dal vortice della sua ossessione – fare denaro per avere più potere e avere potere per fare più denaro - accetta di sposare una nobildonna decaduta, che a sua volta è costretta a sposarlo perché compromessa dal nobile cugino. Divenuto don, Mastro Gesualdo è condannato a una condizione di penosa solitudine: odiato all’interno della propria famiglia, disprezzato dai nobili, che lo considerano un intruso, e dagli operai, suoi pari, perché lo considerano un traditore. Quella che Verga racconta è la parabola esistenziale di un’ambizione che vuole andare al di là dei propri limiti sociali, sullo sfondo di una società che, a cavallo del Risorgimento, vive il difficile passaggio da una realtà prevalentemente agricola a una di tipo industriale, voluta e sorretta dalla nascente borghesia.
Martedì 26 gennaio 2016