Genova | 2 febbraio 17.45
Sisifo e Prometeo, i due miti, il lavoro-fatica e il lavoro-creatività
di Aldo Carpineti
COMUNICATO STAMPA
2 febbraio, ore 17.45 Sala del Maggior Consiglio Lavorare senza fine nell’età della fine del lavoro: Sisifo nel Ventunesimo secolo Nadia Urbinati
Sisifo rappresenta miticamente la condizione umana di necessità del lavoro: fatica senza scopo e ripetitiva proprio perchè, quale che sia il tipo di occupazione, anche la più soddisfacente e ricca e retribuita, la condizione lavorativa contiene un elemento di sacrificio, di subordinazione e di infelicità. Gli esseri umani non possono vivere senza lavorare. Opposto al mito di Sisifo è il mito di Prometeo. Sisifo e Prometeo rappresentano il lavoro-fatica e il lavoro-creatività — lavoro che ci lega alla terra e arte creativa che ci eguaglia a Dio. Questi due miti corrispondono alla storia del lavoro e delle relazioni sociali da esso sprigionatesi: come schiavitù e servizio servo nel mondo antico e poi come lavoro salariato e forza produttiva che crea il mondo simbolico e materiale nel quale viviamo. Lavoro come condizione necessaria che conferma la natura mortale e finita dell’essere umano; lavoro come condizione creatrice che conferma l’insoddisfazione per tale condizione e l’aspirazione all’eternità. A questa doppia rappresentazione è legata la storia politica dell’Occidente, che è anche storia di lotte di liberazione dalla fatica del lavoro, oltre che dal dominio sul lavoro. Lo sviluppo tecnologico è parte della storia del lavoro come tentativo permanente di emancipazione dalla fatica. La lezione si conclude con alcune riflessioni sulla condizione contemporanea del lavoro (spesso dissociato dai diritti e ridotto, nuovamente, a fatica per il sostentamento), e sulla contraddittoria relazione della fatica con l’innovazione tecnologica. Lavoro intenso e senza fine, proprio grazie alla tecnologia telematica che mentre riduce la fatica fisica dilata il tempo di lavoro. Internet, la massima creazioni di cui Prometeo è stato capace, può riportarci alla condizione di Sisifo, poichè da un lato ci libera dalla fatica ma dall’altro ci tiene permanentemente incatenati al lavoro.
Venerdì 29 gennaio 2016