Genova | dal 3/3 al duse
Una realtà che lascia pochi spiragli alla speranza, paradosso e realismo
di Aldo Carpineti
COMUNICATO
Debutta mercoledì 2 marzo al Teatro Duse Porcile di Piero Paolo Pasolini, messo in scena da Valerio Binasco per l’interpretazione di Mauro Malinverno, Valentina Banci, Francesco Borghi, Elisa Cecilia Langone, Franco Ravera, Fulvio Cauteruccio, Fabio Mascagni e Pietro D’Elia. Scene di Lorenzo Banci, costumi Sandra Cardini, musiche Arturo Annecchino e luci di Roberto Innocenti. Lo spettacolo sarà in scena al Duse sino a domenica 6 marzo.
Scritto nel Sessantotto, pensando contemporaneamente al teatro e al cinema (lo stesso Pasolini ne trasse l'anno seguente un film che fece molto discutere), Porcileè un testo scomodo, sovente provocatorio, che lascia ben poco spazio alla speranza, rappresentando un mondo di fatto senza futuro.
In una famiglia capitalistica della Germania post-nazista, capeggiata da un padre fascista il cui figlio sceglie di farsi divorare dai maiali con i quali è solito accoppiarsi, si svolge una tragica favola che a tratti ricorda quella di Amleto e della reggia di Elsinore, suggerendo la descrizione di un mondo in cui non c’è più domani. Presentato in anteprima al Festival di Spoleto 2015, Porcile è stato accolto in modo molto positivo dal pubblico e dalla critica che lo ha definito spettacolo «che rende merito all’onestà del testo pasoliniano, esaltando e sviscerandone contenuti e retroscena; uno spettacolo che ha come protagonista indiscussa la parola, animata dalla straordinaria maestria degli attori e confezionata in una scena quasi nuda, perfetta per esaltare le sfumature di un testo che colpisce come un pugno allo stomaco»; «Un dramma borghese per eccellenza sulla borghesia europea del secondo Dopoguerra in cui convivono avidità, ipocrisia, sentimentalismo, infelicità, crudeltà, indifferenza, amore, sincerità, paradosso, in uno spettacolo duro e doloroso, a suo modo anche scomodo, che disorienta il pubblico allontanandosi dal Pasolini classico della parodia ideologica del suo periodo»; lodando in particolare la regia di Valerio Binasco che ne sortisce «un grande spettacolo, con cesure di sipari visivi, spezzoni di film per riflettere la mondanità dell'alta economia, con il finale inesorabile (degno di una tragedia greca) del contadino che riferisce di Julian ingoiato dai porci».
Domenica 28 febbraio 2016