filosofia tra 800 e 900

Luigi Carpineti, due filosofi della libertà

Boutroux e Steiner a confronto, Goethe

Il Contingentismo di Emile Boutroux e l'Antroposofia di Rudolf Steiner

di Luigi Carpineti

Emile Boutroux
Emile Boutroux

Due filosofi della libertà dell’800-900 a confronto

Il Contingentismo francese di Emile Boutroux e l’Antroposofia di Rudolf Steiner.

I temi centrali della filosofia, secondo Boutroux vanno individuati nell’approccio con la problematica scientifica.

Oggetti di una prima indagine di Boutroux sono le stesse realtà, sulle quali verte l’indagine scientifica: la materia, i corpi, l’organismo, l’uomo.

Anche Boutroux come A. Comte considera qualsiasi realtà come ordinata secondo la sua complessità crescente la quale si rende visibile nelle diverse sfere.

Secondo Boutroux, infatti, il principio di causalità presuppone una contingenza fra l’effetto e la causa: senonché dal momento che nell’effetto c’è sempre qualche cosa di più e di più vero di quanto è dato dalla causa, tale uniformità tra i due aspetti non esiste.

Di conseguenza, dunque si possono ammettere tre diversi ordini di realtà, tre rapporti di tipo causale.

E mentre la caratteristica particolare di questi ultimi rapporti è ancora la necessità, la caratteristica particolare che i fenomeni possiedono nella loro relativizzazione è la libertà o contingenza.

In altri termini ogni ordine di realtà proprio perchè diversa dagli altri si configura come un ordine autonomo e irriducibile. Così i corpi sono contingenti rispetto alla materia; la vita lo è rispetto ai corpi e alle leggi fisiche e chimiche che li governano, e la vita spirituale, la coscienza di sé, l’attività della riflessione lo è rispetto ad ogni altro ordine di realtà

Relativamente ad agire, i motivi non dovranno più essere considerati come causa necessitanti; essi diventano tali solo a posteriori, nella riflessione mentre prima c’è un atto di volontà ossia di libera scelta.

Tale mondo pluralistico e contingentistico viene organizzato al fine da Boutroux in una tradizione gerarchico-ontologica culminante in Dio, concepito non soltanto come creatore del mondo ma anche come la Provvidenza che veglia sui dettagli e sull’insieme.

Nell’ambito delle grandi svolte del pensiero del ‘900 l’Antroposofia di Rudolf Steiner (1861 – 1925) si pone tra le corenti più significative.

La concezione sterniana dell’Universo fu influenzata dalla riflessione filosofica di Goethe naturalista, che con l’opera Metamorfosi delle Piante aveva cercato di gettare le fondamenta di una nuova scienza della natura organica. In particolar modo egli fu attratto dall’idea di natura come una grande manifestazione vivente tra forze organiche, sensibilità e spirito. Tutto ciò che l’uomo può rappresentare nella vita e che la Divinità-Natura gli si rivela. E ancora: la natura non è che l’abito vivente della Divinità.

Steiner porterà alla luce la sua originale interpretazione della natura partendo da Goethe: l’Universo organico e spirituale deve avere una perfetta funzione.

Ciò che differenzia l’uomo dagli animali è per Goethe una elevazione superiore rappresentata dalla forma nella sua totalità. Elevandoci gradualmente con l’osservazione delle piante, alle diverse forme del regno animale vediamo che le forze creative assumono un aspetto sempre più spirituale. Nella forma organica dell’uomo agiscono forme creative spirituali che operano in essa una suprema metamorfosi della conformazione animale. Queste forze sono attive nello sviluppo dell’organismo umano e si esprimono infine quale spirito umano (R. Steiener, La mia vita Milano 1980 pag. 87).

In base a questi presupposti a Steiner si rivela l’intima vocazione di rendere consapevole e vera la natura del nesso tra mondo spirituale e mondo fisico, preparando così una nuova scienza che purtuttavia doveva fare i confronti, condizionata com’era dal principio meccanicistico.

Si trattava allora di compiere un’inversione spontanea secondo il vissuto delle società antiche.

Nel 1894 Stainer pubblica La filosofia della libertà, elaborando una scienza nuova della mente seguendo il metodo rigoroso delle scienze materiali e con un confronto costante tra il mondo visibile e il mondo invisibile.

In conclusione, i due pensatori considerati qui ci parlano entrambi di libertà e di spirito. Entrambi sviluppano una critica al meccanicistico positivistico in nome di un’elevazione coscienziale, fina ad addivenire a due espressioni di pensiero, per vie diverse, molto similari

Domenica 12 giugno 2016