Genova | elzeviro di casa nostra
Si notano sempre più frequenti segnali di rinvigorimento degli intelletti
di Aldo Carpineti
A Genova il mugugno è sempre stato di prammatica, ci vuole altro per cancellarlo dalle nostre abitudini. Basta frequentare un po la gente, personalmente o nei luoghi di aggregazione sociale, per rendersi conto che questo nostro caratteristico modo di rapportarci con gli altri è sempre molto diffuso e praticato.
Tuttavia anche qui da noi ci sono segnali che illuminano su una volontà, oggi forse rinnovata rispetto al passato, di rimboccarsi le maniche, cogliere quel che di buono si può trovare in giro e cercare di costruire forme positive di convivenza e di realizzazione.
Ne è testimonianza assai significativa il sorgere di diverse Associazioni e organizzazioni in genere che mettono la cultura al centro delle proprie priorità istituzionali e ne fanno strumento di crescita e modalità di realizzazione individuale e sociale. Anche qui a Genova, città nella quale la rassegnazione è sembrata per tanti anni far parte dei globuli rossi della popolazione, si nota un anelito di rinnovamento, una speranza rinvigorita, una fiducia che non è soltanto volontà di risorgere dalle ceneri ma palpabile e concreta modalità di affrontare il quotidiano.
Reteluna nei giorni scorsi ha dato alcuni esempi di questi segnali: l’allargarsi dell’interesse generale verso ipotesi di ripresa e di vigore, le notizie che abbiamo diffuso a proposito delle nuove fortune di una grande impresa locale come la Fincantieri, lo spirito con il quale operano Agenzie per il Lavoro delle quali Quanta SpA è esempio carico di vitalità e versatilità, l’entusiasmo e la professionalità con cui i giovani professionisti di On Coaching Italia affrontano le sfide di un mondo complesso come quello che fa capo alla realtà imprenditoriale moderna.
La prassi, presente persino nell’antico mondo latino, che vuole i vecchi così critici nei confronti del mondo giovanile presenta qualche frequente eccezione e in molti ci si da da fare perché due mondi tradizionalmente lontani come quelli divisi dagli aspetti generazionali trovino comunione di intenti e stretti legami di intesa.
Val la pena, oggi, di essere un po più ottimisti sul futuro anche perché l’atteggiamento opposto serve solo a darsi robuste zappate sui piedi
Martedì 26 luglio 2016