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Il Comitato Europeo dei Diritti Sociali

equipara Giudici di Pace ai Magistrati

I Giudici di Pace hanno diritto alla tutela previdenziale ed assistenziale

di Aldo Carpineti

Uffici
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DECISIONE COMITATO EUROPEO DIRITTI SOCIALI: COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO ANGDP-UNAGIPA

U N I O N E
NAZIONALE ASSOCIAZIONE NAZIONALE
G I U D I C I  GIUDICI DI PACE
DI P A C E La giustizia al servizio del cittadino
* unagipa *
COMUNICATO STAMPA
   
COMITATO EUROPEO DEI DIRITTI SOCIALI:
I GIUDICI DI PACE SONO EQUIPARABILI AI MAGISTRATI PROFESSIONALI ED HANNO DIRITTO ALLA PIENA TUTELA PREVIDENZIALE ED ASSISTENZIALE  
CONDANNATO IL GOVERNO ITALIANO PER VIOLAZIONE DELLA CARTA SOCIALE EUROPEA
 
Con decisione del 5 luglio 2016, pubblicata ieri 16 novembre 2016, il Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d’Europa, con sede presso la Commissione Europea dei Diritti dell’Uomo (Strasburgo), in accoglimento del reclamo presentato dall’Associazione Nazionale dei Giudici di pace, ha accertato la violazione, da parte del Governo Italiano, del Codice Europeo di Sicurezza Sociale e della Carta Sociale Europea, in quanto, operando un’indebita discriminazione rispetto ai magistrati di ruolo, non riconosce ai giudici di pace le dovute ed obbligatorie tutele previdenziali ed assistenziali, comprensive del diritto alla pensione, del diritto ad una ragionevole retribuzione in caso di malattia, maternità o paternità, dell’assicurazione per infortuni sul lavoro, etc…, come anche disposto dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa con la raccomandazione CM/Rec(2010)12 del 17 novembre 2010.
In particolare il Comitato Europeo dei Diritti Sociali ha rilevato che:
– la discriminazione fra giudici di pace e magistrati professionali è illegittima in quanto non sorretta da giustificazioni obiettive e ragionevoli, evidenziandosi che tutti i motivi addotti dal Governo Italiano, il quale riconosce l’esistenza di una disparità di trattamento, costituiscono mere modalità di organizzazione del lavoro e non costituiscono una giustificazione oggettiva e ragionevole del trattamento differenziato di persone la cui equivalenza funzionale è stata riconosciuta dal Governo Italiano;
l’etichettatura di onorario, in tal senso, non assume alcun rilievo, dovendosi considerare le funzioni effettivamente assegnate e svolte dai giudici di pace, pienamente equiparabili a quelle dei magistrati professionali, nonché il rapporto di subordinazione che vincola i giudici di pace nell’organizzazione del loro lavoro, non diversamente da quanto previsto per i magistrati professionali;
– viepiù, tale equiparazione è accentuata dalle similari modalità di reclutamento(concorso per titoli, tirocinio e successiva valutazione di idoneità del CSM, da un parte, concorso per esami dall’altra), dall’identità della giurisdizione di appartenenza (giurisdizione ordinaria), dalla tassazione del reddito come lavoro dipendente, evidenziandosi che la stessa Cassazione, con la sentenza a sezioni unite n. 21582/2011, ha definito i giudici di pace a metà strada fra onorari e giudici professionali;
– in definitiva, i giudici di pace sono pienamente integrati all’interno della magistratura e dell’ordinamento giudiziario e le funzioni dei giudici di pace sono equivalenti a quelle dei magistrati professionali (omissis) indipendentemente dal fatto che i giudici di pace siano definiti giudici professionali od onorari dal diritto interno;
– tale discriminazione, operata dal Governo Italiano, lede gravemente gli inviolabili diritti dei giudici di pace laddove si consideri che i medesimi, al fine di esercitare le funzioni giurisdizionali loro assegnate, sono costretti a sospendere o ridurre la loro attività professionale e, addirittura, possono arrivare ad esercitare le funzioni giurisdizionali come attività prevalente se non esclusiva, con relativa perdita di ogni tutela previdenziale ed assistenziale.
Dopo il ricorso collettivo al TAR Lazio presentato dall’Unione Nazionale dei Giudici di Pace, la pronuncia del Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d’Europa, laddove disattesa dal Governo Italiano, determinerà l’avvio di centinaia di procedimenti giudiziari contro lo Stato Italiano per il riconoscimento dei diritti previdenziali ed assistenziali spettanti ai giudici di pace e per il risarcimento dei danni cagionati in oltre 20 anni di totale assenza di qualsiasi forma di tutela.
Roma 17 novembre 2016
Gabriele di Girolamo Maria Flora Di Giovanni
(Presidente Angdp) (Presidente Unagipa)

 

Giovedì 24 novembre 2016