Genova | La storia di google 4
Google si trasferisce nel Googleplex. Il gioco di parole significa un 1 seguito da googol zeri e anche l’elisione dei termini Google e complex (in inglese è un complesso architettonico). In precedenza era la sede della Silicon Graphics
di Armando Ricci
1999
Nel gennaio Google abbandona il campus di Stanford e dichiara: «Il progetto di ricerca Google è diventato Google Inc. Vogliamo dare al mondo ricerche di qualità superiore a quelle che ci sono ora, e una compagnia sembra il modo migliore per raggiungere questo obiettivo. Abbiamo cominciato ad assumere altre persone e a configurare altri server…»
Nel primi mesi del 1999 gli uffici si trasferiscono a Palo Alto e gli impiegati, da otto, triplicano. Le query quotidiane salgono fino a 500.000.
Già a giugno la società annuncia di aver ricevuto un giro di fondi pari a 25 milioni di dollari, molti dei quali provenienti da due grandi nomi della Silicon Valley: Sequoia Capital e Kleiner Perkins Caufield & Byers, fino ad allora rivali anche sulle politiche di investimento.
Gli uffici si spostano nuovamente, ed è la volta di «Googleplex» l'attuale quartier generale di Google in Mountain View, California, a nord di Silicon Valley.
Googleplex è un gioco di parole, significa un 1 seguito da googol zeri, e anche l’elisione dei termini Google e complex (in inglese complesso inteso in senso architettonico). Oltre a Googleplex, Google ha anche un quartiere generale a Dublino in Irlanda, oltre a altri 25 centri dati in tutto il mondo.
A titolo di curiosità citiamo alcune caratteristiche del Googleplex:
La filosofia di Google è quella di mantenere gratuita la ricerca dei risultati sul proprio motore e fare utili vendendo pubblicità alle aziende che intendono investire in inserzioni mirate sulle pagine dei risultati. L’idea è quella di proporre pubblicità non invasiva, lasciare inalterata la Home Page del sito così da apparire semplice e minimalista nella linea grafica e, al contempo, visualizzare una lista di link sponsorizzati con la stessa caratteristica che contraddistingue i collegamenti tradizionali verso le pagine dei risultati. Gli annunci sarebbero apparsi così nella parte alta della pagina di Google con titolo, link e relativa descrizione e collegati alle parole chiave. In un secondo momento Brin e Page decisero che gli annunci avrebbero avuto la classificazione in base alla rilevanza, nello stesso modo dei risultati della ricerca classica.
La formula che consentiva questo approccio teneva in considerazione due aspetti: il prezzo dell’annuncio e quanti clic riceveva l’annuncio stesso. Più clic si ricevevano, maggiori erano le probabilità di trovare l’annuncio in cima alla lista.
Intanto le query passano a 3 milioni al giorno ed il 21 Giugno scompare la scritta beta dal sito. Alla fine dell’anno le query sfiorano i 7 milioni al giorno.
Lunedì 20 febbraio 2017