azienda e cultura classica
Perché gli studi filosofici aiutano il manager nel quotidiano aziendale
di Aldo Carpineti
L'articolo di Francesco Donato Perillo
Sono stato per più di trent'anni manager delle risorse umane in grandi aziende hi-tech in Italia e all'estero. Ho gestito innumerevoli situazioni critiche, ho vissuto immerso nella perenne conflittualità delle organizzazioni: un fattore endemico alla vita aziendale, non solo generato dalle relazioni sindacali, ma intessuto nelle stesse relazioni quotidiane, tra la direzione del personale e i capi, tra capo e capo, tra individuo e organizzazione. Oggi sono formatore manageriale, ho un incarico all'università come docente di Gestione delle risorse umane, e mi dedico con grande soddisfazione a formare giovani e manager alla leadership personale e organizzativa, per renderli capaci di affrontare scelte di fondo per essere al contempo di più se stessi e attori del cambiamento organizzativo.
Senza lo studio della filosofia, dapprima in anni appassionati di liceo e poi all'Università sotto la guida di grandi maestri, non vi sarei mai riuscito.
Lo studio della filosofia non è solo storia del pensiero filosofico. Filosofia è passione per il sapere, ricerca di significato del mondo e di senso per ogni cosa che facciamo. Capirsi, capire e leggere dentro le cose. Ti aiuta ad acquisire un rapporto diverso con la realtà, spingendoti al di là delle apparenze, a vedere dove altri non vedono. Una forma mentis, un approccio metodologico e sistemico che ti consentono di affrontare la complessità e la liquidità del mondo contemporaneo e, sul piano della prassi, ti abilitano meglio e più di ogni disciplina di carattere specialistico a comprendere dinamiche non lineari, a risolvere problemi e a prendere decisioni. In una parola: a gestire persone e organizzazioni.
Per questo lo studio della filosofia, apparentemente privo di sbocchi pratici (salvo il miraggio dell'insegnamento), può invece contribuire a fornire una marcia in più per entrare nel mondo del lavoro e per rimanervi con successo. Chi proviene da questi studi, se scelti con consapevolezza e con la volontà di investire sulla propria crescita personale, sviluppa doti di comunicazione, relazione, analisi critica, intelligenza del contesto, leadership. Competenze di intelligenza emotiva essenziali oggi non solo per operare con successo nelle funzioni HR, ma per lavorare e competere nelle organizzazioni che navigano sempre di più nel mare turbolento del mercato globale.
Non sempre ciò è già pienamente apprezzato dalle imprese italiane. I Paesi anglosassoni ed europei sono sicuramente più avanti: sono almeno due decenni che, ad esempio, le buone imprese degli Stati Uniti, selezionano laureati in materie umanistiche per posizioni gestionali e di coordinamento di team, in particolare nel settore delle Risorse Umane, del Marketing e della Comunicazione.
A monte di ogni scelta professionale vi sono gli studi, il percorso di apprendimento, di emozioni e di esperienze, intrapreso sin dai tempi del liceo. Ma come è possibile restare folgorati sui banche di scuola dall'insegnamento della filosofia, spesso limitato da programmi ministeriali e da insegnanti non motivati ad una semplice carrellata di autori e date? Occorrerebbe affrontarlo coinvolgendo immediatamente i giovani sui grandi temi dell'essere nel mondo, per comprendere come diversi pensatori li hanno affrontati: la conoscenza, la natura, la psiche, l'etica, l'economia, la società. L'impatto del pensiero sulla visione del mondo e sulla possibilità e capacità di comprendere la complessità, piuttosto che storia della filosofia e analisi critica dei pensatori inquadrati nel loro contesto storico.
I grandi temi hanno la forza di catturare l'interesse e la passione dei giovani, hanno la straordinaria potenzialità (ma qui conta la qualità dell'ora di lezione e non il libro) di rivelare loro che esiste un orizzonte diverso da quello del mondo virtuale, dei talk e delle fiction televisive.
La cultura filosofica, se contagiata come una passione e non trasmessa come insieme astratto di nozioni, favorisce l'apertura della mente alla diversità e alla complessità, generando una visione più ampia del mondo, una migliore partecipazione alla vita sociale, più consapevolezza nell'uso delle tecnologie, e più attenzione alle sorti del pianeta minacciate dal consumo globale.
Lunedì 19 febbraio 2018