Genova | atteggiamenti di ieri e di oggi
Accontentarsi della propria condizione o non abbandonare la corsa?
di Aldo Carpineti
Un tempo l’educazione prevalente insegnava, soprattutto nelle scuole, che il segreto per vivere bene è accontentarsi della propria condizione.
Oggi non c’è chi non cerchi, in un modo o nell’altro, di elevare la propria realtà economica e sociale.
Per quanto rispettabili siano entrambe le opinioni, noi parteggiamo senza mezze misure per la seconda. Siamo convinti che la spinta a migliorarsi sia la macchina che fa progredire il mondo, che la continua ricerca sia il motore della nostra stessa vita. Fermarsi e prender fiato può essere necessario, anche per meditare sullo stato delle cose e renderci conto del punto in cui ci troviamo. Ma poi deve riprendere la corsa, il quotidiano percorso che da senso alle cose che riguardano la mente come a quelle che riguardano il corpo.
E neppure è alibi il raggiungimento dell’età nella quale la pensione e la maggiore pacificazione con sé suggerirebbero cautele e prudenze nel proseguire strade incognite. Fin che si è sorretti da una mens sana in corpore sano prematuri abbandoni dell’agonismo preludono ad esistenze stanche e senza senso.
L’allenamento è quanto è necessario ad ogni nostra facoltà, perderlo di vista è rinunciare a progetti, è non dare più spazio ad aspettative. Quando non avremo più la forza o la voglia di migliorarci guarderemo la nostra vita come uno specchio d’acqua piatto privo del pescato e di ogni attrattiva che sia capace di suscitare suggestioni e passioni.
Sabato 4 agosto 2018