un tentativo da fare insieme
Trovare un modo per interpretare se stessi al di là delle paure
di Aldo Carpineti
Vogliamo provare a scendere nella pratica e cercare modalità di comportamento che siano consone agli scopi che ci siamo dati nell'articolo di ieri? Ci auguriamo che non sia un tentativo velleitario o, peggio, scontato oppure addirittura possa apparire moralistico. Non siamo certi che arriveremo a qualcosa, noi stessi ci leggiamo mentre scriviamo. Ma l'ipotesi che possiamo avere qualche prospettiva supera le perplessità e le remore.
Dunque, il primo passo da compiere ci pare sia coltivare l'abitudine ad agire ed a pensare indipendentemente da ogni paura di giudizio altrui. Può non essere una cosa facile, eppure l'attenzione a non cedere ad atteggiamenti banali rappresenta, secondo il nostro modo di vedere, il punto di partenza. Senza che ne soffra la spontaneità.
Siamo dell'idea che il presentarci come il nostro io ci ditta dentro sia una garanzia di condotta retta, che man mano si scoprirà sempre più nel profondo; è un esercizio che si perfeziona nel tempo e che non coincide col mostrarsi regolarmente in disaccordo con gli altri. Anzi, l'aderenza al modo di vedere altrui è sempre una buona scelta, se coincidente con la nostra coscienza.
Abbracciare l'opinione dell'altro permette di proseguire insieme un cammino, tanto più che difficilmente la verità appare così chiaramente agli occhi. Saper riconoscere quanto di buono l'altro ci propone non è una resa, ma un passo avanti. Sempre che davvero noi non sentiamo di possedere un punto di vista opposto, nel qual caso rinviare il dissociarsi dall'opinione altrui non farà che rendere più evidenti e meno sanabili le differenze.
Andiamo per gradi. Abbiamo espresso un nostro primo modo di vedere, sono assolutamente bene accetti critiche e pareri discordanti di chi legge che potrà esprimersi attraverso i commenti.
Sabato 18 agosto 2018