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Antonella Vella |
Non sono numeri
Erano tre.
Tre come il numero perfetto, tre come i desideri che il genio della lampada può esaudire. Erano i suoi figli e lei, più piccola e indifesa, pareva lì farsi cima, ponte, strada per appianare il loro cammino.
Ogni parola, ogni loro gesto veniva sottolineato da notti insonni e cuori infranti.
Come carta assorbente questo amore celava ogni macchia, ogni piccola ombra, ma loro ignari di codesto sentimento che non s'arginava mai, correvano incontro alla vita senza saltare le pozzanghere e colorando le emozioni con i pastelli a cera.
Tre ma sembravano mille: misteri assoluti per l'arte antica di donarsi senza alcuna remora.
Era allora
Racchiuse in quelle poche
pagine
nastri di parole in bianco e
nero.
Quel quaderno rosso
fermo, quasi a ricordare
ore liete, giorni finiti.
Osservo, curioso e poso.
Sgualcite righe di sogni infranti.