Genova | aperto 24 ore su 24
Favorisce la familiarizzazione anche fra persone che non si conoscono
di Aldo Carpineti
Abbiamo parlato a più riprese sulle pagine di Internet del bar Bertoli di piazza Manin a Genova. Ci ritorniamo sopra volentieri, perché questo locale ancor più che un posto di ristoro e di passaggio è una istituzione nella nostra città, un fatto sociale.
La caratteristica che lo distingue: rimanere aperto giorno e notte, 24 ore su 24, tutta la settimana; Bertoli non chiude mai, è aperto tutto l’anno e sempre, eccetto, forse, la sola mattinata del primo dell’anno, per consentire ai dipendenti di smaltire con una breve dormita i legittimi festeggiamenti.
Chiaro che, in questo modo, il locale si caratterizza per una grande varietà di situazioni e di personaggi, che sono gli abituali frequentatori, come per persone di passaggio. Le luci dell’alba vedono arrivare qui chi si alza presto per andare a lavorare di primo mattino, come si fa giorno: alcuni sono frettolosi, altri non disdegnano di fermarsi qualche minuto a scambiare brevi conversazioni, a volte ancora insonnolite, con il personale di servizio o con gli altri avventori presenti.
Durante la mattinata ed il pomeriggio il Bertoli raccoglie chi sa che qui troverà qualcuno con cui parlare, sia che si tratti di conversazioni impegnate, sia personali, sia che si commenti la sostituzione di Ballardini con Juric. L’atmosfera ispira confidenza, mai come in questo posto a Genova è facile familiarizzare con il vicino di tavolo, nel gazebo o nella sala interna, mai come qui il luogo e l’ambiente hanno un potere aggregativo, capace di far saltare quelle barriere che spesso intralciano i rapporti tra le persone e che a Genova sono considerate generalmente di casa: una consuetudine caratteriale che noi stessi liguri ci riconosciamo.
Ebbene queste libertà di esprimersi anche con chi un attimo prima era uno sconosciuto, questo invito alla comunicazione qui più che altrove trovano favore e facilità di espressione. Un caso in positivo che meriterebbe studi di sociologia e psicologia ambientale.
Grazie ai turni di servizio che di quindici giorni in quindici giorni i due titolari, Antonio e Silvio, padre e figlio, predispongono, Bertoli ci può tener compagnia durante tutto il proseguire della giornata. E così si arriva alla notte, alle ore del buio che favoriscono l’intrattenimento davanti ad un drink e chiacchierate ancora più prolungate, perché la giornata lascia lo spazio ad ore libere e la conversazione, soprattutto il venerdì ed il sabato sera, diventa infinita, senza limiti necessari. Proprio in queste ore, segnatamente nei prefestivi, il clima si fa variopinto e talmente gradevole da rappresentare un piccolo mondo, un microcosmo dalle mille sorprese di umanità e attitudine alla convivenza.
Al di là della regia di Antonio e Silvio, il Bertoli può contare sulla collaborazione di un personale sempre all’altezza della situazione, dalle giovani ma ormai veterane Chiara, Emilia e Alba, a Lisa, Valeria, ai recenti indovinati inserimenti di Raoul, che è boliviano, e Maria, che viene dalla Basilicata. Per finire con una nota particolare per il popolarissimo Paolo, il barman notturno, un vero deus ex machina della situazione, che sa aggiungere esperienza sconfinata alla propria innata simpatia. In definitiva, una realtà che val la pena di conoscere, come qualcosa di originale nella vita cittadina, un fenomeno senza confronti a Genova.
Domenica 4 novembre 2018