Genova | esistono piccole città nella nostra città

Piccoli ponti caratteristici volano silenziosi

In una mappa poetica le passerelle occupano un elemento necessario per una città enigmatica che è un connubio tra passato e presente, tra antico e moderno. La storia di intrecci che fanno parte del nostro quotidiano genovese

di Antonella Vella

Passerella da Spianata Castelletto
Passerella da Spianata Castelletto

Ho scoperto dell'esistenza del libro Passerelle Volanti in modo del tutto casuale, un poco come accade nei romanzi d'avventura, un incontro fortuito avvenuto dalle vetrine della libreria di via Luccoli: un luogo, per me, di assoluto fascino.

Questo libro è stato presentato il 14/11/2018 a Palazzo Grillo in combinazione con la relativa mostra fotografica di indubbio interesse.

Personalmente ho fatto la conoscenza di questa nostra realtà cittadina nel suo pieno valore e per la sua importanza solo qualche giorno fa durante una delle mie passeggiate quotidiane in cerca di tranquillità, pronta a cogliere particolari od aneddoti non narrati che possono rapire la mia curiosità.

Mi è apparsa una Genova inedita con i suoi labirinti che tessono la loro tela tra edifici e stradine, tra ponti sospesi che volano sui tetti e che fanno parte di un'armonia cittadina.

La lettura sottolinea la storia del nostro capoluogo, commenta come sia nato per essere percorso senza una meta, ma seguendo i nostri passi che si perdono tra un passaggio inesplorato ed un caruggio conosciuto, calpestato chissà quante volte.

Le passerelle sono anche sistemi unici di passaggi, di collegamenti da terrazzi a giardini della casa di fronte. Entrate principali con sospensioni voluttuose nell'aria che accompagnano tante storie.

Dietro ad ogni passerella che accompagna chi si sposta lungo il percorso c’è la nostra Superba.

Una città che non soffre di vertigini, che s'innalza fino in collina anche entrando od uscendo da un palazzo o semplicemente unisce spazi per necessità.

Genova è tappezzata di queste passerelle con un'espansione maggiore nella zona di Circonvalmonte perchè collegano la città vecchia alla fascia più in collina, organizzando una rete quasi di labirinti che creano vita e movimento dove diversamente non sarebbe stato possibile.

L'architetto Matteo Orlandi, genovese, con il suo progetto vincitore della Call Amate l'Architettura, ha omaggiato la sua e nostra città, rivelando un mondo reale che possiamo guardare, corrispondente ad indirizzi ben precisi, con stradine aeree che sono fondamenta in cielo per Genova sviluppata, spontaneamente, in verticale.

Il fiato rimane sospeso nell’invito ad osservare in alto o davanti a sè, cercando di farci rapire la mente da figure del passato, da vicende legate a queste meraviglie sospese.

Un mondo che possiamo scoprire automamente decidendo di attraversare le passerelle pubbliche che conducono ad ascensori, funicolari e lasciandoci affascinare da quelle private condominiali di ferro, marmo o ceramica facenti parte dei quartieri borghesi. Nei quartieri popolari sono per lo più di cemento ed intonaco o di solo cemento, costruite spesso con la necessità di unire l'edificio principale al corpo secondario.

Un mondo allo scoperto, quindi, che riaffiora in passaggi che paiono fili invisibili a chi di noi vuole guardare oltre.

Lunedì 21 gennaio 2019