Genova | considerazioni domenicali

L'impegno e la solidarietà devono partire

da noi e dobbiamo pretenderli dai politici

Dal giusto atteggiamento dell'una e dell'altra forza può venire la ripresa

di Aldo Carpineti

Genova come punto di partenza
Genova come punto di partenza

Siamo impegnati con Reteluna, come vedete, contemporaneamente ci diamo da fare nell’editoria in cartaceo, nella consulenza e formazione aziendale, recentemente siamo entrati a far parte di un gruppo associativo che si interessa ai temi dei mutamenti nel mondo del lavoro e  si prefigge di incidere nelle aree del porto, del turismo, dell’industria genovese. Il tutto, o nella maggior parte delle ipotesi, a titolo dichiaratamente gratuito.

Ci sembra di fare la nostra parte nel tentativo di dare alla nostra amata città di Genova sbocchi alla situazione di impasse nella quale si trova da decenni e, particolarmente, da quel drammatico 14 agosto dell’anno scorso.

Da più parti si osserva come Genova possa avere una funzione trainante nella soluzione di molti dei problemi che affliggono l’Italia. Soprattutto per la mentalità che molti dei cittadini hanno deciso di sposare e per le azioni che, almeno è nella speranza, vorranno intraprendere.

Come è opinione diffusa, riteniamo che per avere risultati concreti si debbano unire gli sforzi della gente comune al buon governo dei politici. Un binomio non sempre facile, perché a volte può mancare l’una o l’altra o addirittura contemporaneamente le due qualità.

Certo prima di mollare ce la metteremo tutta, perché le circostanze esigono questi intenti e queste scelte mentali e pratiche. Non siamo con chi predica sventure, e vede il mondo di oggi peggiore di quello di ieri o addirittura destinato alla catastrofe. Nostradamus con il suo Mille e non più Mille è ormai stato smentito e sconfessato. Se il genere umano fosse tendenzialmente negativo, come alcuni sostengono, si sarebbe già autoannientato da tempo. Il che nei secoli e nei millenni non è ancora avvenuto, nonostante periodi bui anche duraturi nel tempo.

Bando al medioevo delle coscienze, alle soglie dei 70 anni suonati, mi sento personalmente in vena di augurare a Genova ed all’intero nostro paese un futuro di progresso nella solidarietà e nell’impegno diffuso individuale e collettivo. Sarà forse l’effetto di un rimbambimento senile incipiente o ormai conclamato, ma a me piace pensare l’esatto contrario, chissà magari anche per innato istinto di autoconservazione. E neppure soltanto perché sento che chi esprime pubblicamente le proprie opinioni e, in particolare, si prende la briga di scriverle, può avere qualche influsso su quelle altrui.

Chi non la pensa come noi lo dica, certo non ci offenderemo. C’è apposta lo spazio per i commenti, qui sotto l’articolo. In mancanza ci sentiremo autorizzati a pensare che si sia tutti d’accordo nel prenderci ciascuno le proprie responsabilità 

Domenica 3 febbraio 2019