Una missione nelle mani giuste rende il mondo migliore

L'uomo dietro l'obiettivo rende testimonianza

La parola Apocalisse deriva dal greco e significa togliere il velo, svelare

di Antonella Vella

Icona: amore oltre la paura
Icona: amore oltre la paura
Yannis Behrakis
Yannis Behrakis
Rifugiato
Rifugiato

Parliamo di una verità che nasce in un mondo senza sogni, senza desideri particolari se non quelli di apparire, di sembrare, di celare la nostra vera identità dietro una maschera opportunamente tolta se l’occasione lo comporta.

Una realtà dove i sentimenti sono relegati in un angolo del nostro cuore, il più nascosto, quello arduo da raggiungere, spesso soffocato: esprimersi attraverso messaggi verbali diventa antiquato e guardare, ma guardare veramente può far male.

Yannis Behrakis non era di questo avviso e le sue immagini hanno documentato potenza e forza per assicurarsi che nessuno potesse dire: non lo sapevo.

Negli ultimi trent’anni ha magnificamente narrato attraverso le sue fotografie le più assurde guerre, le sconvolgenti tragedie che capovolgono il nostro pianeta. Ateniese di nascita, aveva spostato la sua casa ovunque potesse respirare il cameratismo che durante i conflitti avviene spontaneamente tra le persone e si era creata così una missione personale, sentita per cogliere gli attimi che rendono umana un’esistenza, degna di tale nome.

Fotografie che parlano ed urlano di eroi che non indossano mantelli rossi come i nostri personaggi preferiti, ma urlano di dolore o disperazione ed a testa alta camminano sotto la pioggia in mezzo ad una strada.

Uno scatto che è divenuto un’icona per il nostro tempo ritrae un padre siriano che attraversa a piedi il confine tra la Repubblica di Macedonia e la Grecia. Egli tiene in braccio la sua bimba e la bacia incurante di tutto e tutti, ma con gli occhi sprofondati nei suoi perché l’amore tra genitore e figlia è artefice di miracoli, affronta conflitti e combatte senza tregua. La fierezza con la quale egli cammina, passo dopo passo riusciamo a coglierla anche noi, al di qua della macchina fotografica: fiero di aver portato la propria creatura in salvo.

Noi possiamo essere incredibilmente soprannaturali con le nostre azioni ed il nostro coraggio.

Yannis Behrakis è stato un eroe e si è aggiudicato il premio Pulitzer nel 2016 guidando la sua squadra per la copertura della crisi dei rifugiati. L’ispirazione si è concretizzata nell’assistere alla proiezione del film Sotto tiro, basato sulla storia vera di un giornalista e fotografo che si occupavano della situazione politica in Nicaragua negli anni ’80.

Era il 1984 e l’impatto emotivo suscitò in lui quello che divenne il suo lavoro come esploratore di acque inesplorate.

Fotografo d’eccellenza per i suoi servizi dall’Afghanistan alla Sierra Leone, questo grande uomo si è spento per la malattia del secolo, non ancora sessantenne, dopo averci fatto condividere la voce dei perseguitati e dei più sfortunati. Uno sguardo sul mondo che ha reso immortali realtà e situazioni tragiche, mettendo spesso a repentaglio la sua stessa vita per testimoniare la verità, pur mantenendo una forma di rispetto assoluta della sofferenza e delle privazioni fotografate.

Immagini di vissuto che riempiono il nostro sguardo, che urlano la loro disperazione, che cercano tregua e speranza. Un coraggioso esempio di una grande vita alla ricerca del vero perché non si debbano mai voltare le spalle all’autenticità del dramma.

Martedì 5 marzo 2019