Genova | vita e opere di grandi compositori
Lorenzo Osta ci porta in un viaggio musicale all'interno della vita e della terra natale di Ludwig van Beethoven con descrizione e ascolti musicali
di Lorenzo Osta
Discendente da una famiglia di origine fiamminga emigrata da alcune generazioni nell'elettorato di Colonia, Beethoven nacque a Bonn nel 1770. Il padre, alcolizzato e tenore della cappella di corte, lo avviò presto alla musica con la speranza che rinnovasse le fortune del fanciullo prodigio Mozart. I risultati positivi dei primi studi gli fecero ottenere, a soli quattordici anni, il posto di organista nella cappella di corte, al quale affiancò l'attività di violista in orchestra e di insegnante. Fra i miti romantici, Beethoven occupò con Joahann Sebastian Bach il primo posto. Il Beethoven della Quinta sinfonia, della sonata Patetica, dell'opera Fidelio fu adorato e venerato. Ancora oggi, del resto, Beethoven gode presso il pubblico, di una popolarità senza dubbio superiore a quella di ogni altro musicista del ramo strumentale. A tale popolarità ha probabilmente contribuito la sordità del compositore, una malattia che si crederebbe assolutamente inconciliabile con il mestiere di musicista. Fu la malattia, infatti, a forgiare un carattere duro ed aggressivo che traspare continuamente dalla sua musica. Beethoven fu probabilmente il primo compositore che nelle sue opere raccontò se stesso, mescolando l'arte con la vita. Ludwig studiò prima in casa, poi con Neefe, grande ammiratore di Carl Philip Emanuel Bach. Introdotto in casa del Conte Waldstein e del consigliere di corte Stephan von Breuning, il giovane musicista potè approfondire le conoscenze letterarie e filosofiche, leggendo Klopstock, Shiller, Goethe e appasionandosi a Kant. Nel 1789 Beethoven si iscrisse al corso di filosofia nell'Università di Bonn, appena fondata e animata da idee illuministe con ampia circolazione di opere di Rousseau e degli enciclopedisti. -Possa Ella, con uno strenuo lavoro, ricevere lo spirito di Mozart dalle mani di Haydn-. Con queste parole il Conte Waldstein salutò Beethoven in partenza per Vienna. Era il 1792 e il breve soggiorno nella capitale asburgica divenne ben presto la nuova patria del musicista che studiò un poco con Haydn, con Johann Schenk, con George Albrechtsberger e frequentò Salieri. Nel 1795 a venticinque anni apparve per la prima volta in pubblico come pianista e nello stesso anno l'editore Artaria stampò i Trii op. 1 seguiti ogni anno da nuovi lavori distribuiti da nuovi editori viennesi. Beethoven era abile nel trattare i propri affari: -Le mie composizioni mi fruttano molto e posso dire che ho più ordinazioni di quanto sia possibile eseguirne; per ogni cosa mia, inoltre, ho sei, sette o più editori se volessi, non si contratta più con me, chiedo e si paga. - La produzione Beethoveniana è raccolta intorno a tre grandi blocchi: trentadue sonate per pianoforte, nove sinfonie e sedici quartetti per archi. Lo stile beethoveniano risentì naturalmente di diverse influenze. Innanzitutto lo stile classico ereditato da Mozart e da Haydn. Poi il contrappunto bachiano, accostato all'ammirazione per gli oratori di Haendel. In campo pianistico fu fondamentale la lezione di Clementi, la cui tecnica è alla base del pianismo orchestrale beethoveniano. Il pianoforte fu per Beethoven lo strumento principale di lavoro e di sperimentazione. Beethoven avviò la propria attività a Bonn. Lì fra lezioni, incontri, studi musicali e filosofici nacquero le prime composizioni: le giovanili Sonate per pianoforte, il Settimino (per clarinetto, corno, fagotto, violino, viola, violoncello, contrabbasso) op. 20 oltre a minuetti, danze tedesche, contraddanze. Trasferitosi a Vienna, affrontò due forme classiche fondamentali, quali la sinfonia e il quartetto. [continua su prossimo articolo su Beethoven]
Mercoledì 22 maggio 2019