solo elucubrazioni o c'è del vero?
Quanto è dunque opportuno spingere in là il principio dubitativo?
di Aldo Carpineti
L'estrema conseguenza del principio secondo cui tutto è relativo è che la stessa relatività lo sia.
Che cosa può significare tutto ciò? Si sa che due negazioni si elidono. Negare l'oggettività e poi negare ciò che la nega riporta ad essa?
Di più, è questo soltanto un esercizio terminologico o ha qualche fondamento concreto a livello eziologico?
Certo è, arrivati ad un certo punto della speculazione astratta, conviene ritornare alla realtà così come appare sotto i nostri occhi ed i nostri sensi tutti. Certo l'uomo è finito rispetto alla infinitezza del tutto. Pensare tuttavia sempre e irreversibilmente in questi termini conduce a non accogliere più nulla di reale.
Per queste ragioni siamo dell'idea che diventi opportuno ad un certo punto cessare l'astrattezza del ragionamento e rifarsi alla effettività di quanto ci sembra vero. Questo è anche un modo per vivere in misura più utile, quando si dia a tale termine il significato più nobile.
Rifarsi alle cose come ci appaiono diventa pertanto indispensabile anche e soprattutto ai fini di una vita aderente a quanto determini le scelte migliori.
Giovedì 30 maggio 2019