MESSAGGI IN UN COLLANTE DI PIETRA
Monumenti a memoria del passaggio quasi come un ringraziamento per la magnificenza di ciò che il nostro sguardo ha raccolto, serbato. Una cultura che nasce dalla passione per la montagna e che lascia un'impronta perpetua durante il cammino
di Antonella Vella
La ricerca dell’equilibrio e della consapevolezza del trascorrere del tempo attraverso l’allineamento delle pietre ha punteggiato i miei percorsi montani dando a questi una simbologia ben definita.
A 2800 metri circa seduta su una roccia dominante la Valle D’Ayas e la Valle di Gressoney con uno scenario mozzafiato da incorniciare, il simbolo delle pietre prende vita con razionalità e solidità.
Rocce e pietre accompagnano i passi ogni dove e determinano il peso della storia dando alla loro silenziosità un’eternità che le contraddistingue.
Le montagne ospitano queste figure di pietra dette ometti che segnalano un percorso non tracciato o semplicemente, evidenziano una vetta. Ho scoperto che in origine erano, spesso, utilizzati da chi raggiungeva una cima per primo a testimonianza di una sofferta conquista.
Opere di costruzione di forma piramidale diventano segno primordiale che costella i sentieri, i luoghi più selvaggi carenti di cartelli segnaletici o più semplicemente, piccoli monumenti personali di successo per la riuscita di una gita. Un simbolo spirituale, consuetudine in Nepal, per ringraziare la montagna protagonista indiscussa della ricerca di quiete, di un oblio che racchiude qualcosa di magico ed assoluto.
Il baricentro diventa fondamentale per la costruzioni degli ometti di pietra, che con la loro forma assimetrica esprimono il bisogno necessario dell’essere umano di tracciare armonie di pensiero e di forme, allineando un sasso irregolare su una piccola pietra puntiforme e rendendo l’impossibile possibile.
Ometti dal cuore di pietra la cui origine si perde nella notte dei tempi con valori di solidarietà e condivisione da parte di escursionisti per altrettanti escursionisti, un compagno di viaggio soprattutto nelle pietraie d’alta quota, posizionati sfruttando la sola forza di gravità.
Così, vivendo la montagna un passo dopo l’altro fino al momento in cui le nuvole separano dal resto del mondo e lo splendore dell’estate compare nella sua pienezza, non rimane altro che notare gli ometti o cairn nella lingua celtica, che all’imbrunire possono essere confusi con figure magiche, ma che sono curiosi totem capaci di essere la strada giusta per la fotografia che è dentro di noi.
Quando uomini e montagne si incontrano, grandi cose accadono.(William Blake)
Mercoledì 4 settembre 2019