Genova | secondo round
Le vicende di vita quotidiana della massaia al Mercato Orientale
di Paolina Paperina
Esiste un mondo, in questo grande mondo, dove scaltrezza, prontezza di riflessi, resistenza fisica, conoscenza e intraprendenza non possono essere seconde alle azioni di Rambo, alle avventure di Batman, alle indagini di Sherlock Holmes.
Questo mondo è il Mercato Orientale.
Nel cuore di Genova ogni massaia è chiamata quotidianamente ad affrontare prove che esulano dalla ovvietà del supermercato, banale e trita.
Ma seguiamone una.
Entra spavalda dal varco principale determinata come il corpo del Tuscania durante il G8, lei sa che i bisagnini hanno tutti gli occhi puntati su di lei, già nota, e rabbrividiscono nascondendosi dietro cataste di lattughe.
La seguiamo dietro il giro preliminare dei banchi, il passo è deciso, lo sguardo attento ai prezzi ed alla qualità della merce. Nell’aria un sentore di all’erta. Anche oggi venderà caro il suo portafogli.
Ecco il banco predestinato; ciliegie turgide ad un prezzo onesto. Troppo onesto.
Il bisagnino le manda una occhiata obliqua… mannaggia ma proprio qui doveva venire?
Impettita e forte della seduzione della camicetta semitrasparente che non nasconde qualche chilo di troppo apostrofa un BUONGIORNO sonoro che non lascia scampo. Il bisagnino nicchia.
Come sono queste ciliegie? Allungando una mano per carpire qualche frutto subitamente assaggiato. Il venditore ringhia sottotono. Ci mancherebbe… facessero tutte cosi, sarei rovinato…
Le altre acquirenti del banco annusano che è arrivata la capobranco e occhieggiano l’una l’altra.
Eh, ma come è scorbutico stamattina… come mai? ha dormito solo?
Gli sguardi delle astanti si fanno complici e vivaci. Il venditore non può che brontolare un facciafacciapure. La massaia addenta la ciliegia guardando il bisagnino in faccia con un mezzo sorriso che promette nessuna defezione.
Meneddà un chilo di queste davanti. Questa affermazione significa entrare a gamba tesa sul nervo scoperto del venditore che già pensava di rivalersi sul torto subito per la appropriazione indebita delle ciliegie sostituendo sottobanco con frutti di seconda categoria.
Le astanti drizzano le orecchie, comprendono appieno la dichiarazione di guerra. L’aria si fa rarefatta, la tensione si avverte come in Alien quando sbuca dallo stomaco.
Il bisagnino rizza il pelo come un istrice in autostrada. Sono tutte uguali le mie ciliegie. Puerile, scontato. Argomentazione desueta.
La mano su un fianco, il sopracciglio alzato… appunto visto che sono tutte uguali me le dia di quelle davanti…
Alcune delle astanti si ficcano con la testa nella borsa come fanno gli struzzi, altre si fermano immobili per seguire la disputa
Eeeh… ma non posso mica sceglierle… sono così…
Ecco ciò che la temibile massaia si aspetta di sentirsi rispondere per sfoderare la grinta sviluppata in anni di soprusi e tranelli orditi a suo danno da bisagnini sordidi: caro mio, io coi miei soldi compro quello che voglio io e non quello che vuole lei quindi se io le voglio di quelle davanti quelle mi deve dare!
La voce è concitata, il tono non ammette repliche. Il sordido si guarda attorno… sta attirando l’attenzione… non conviene. Con malagrazia agguanta due manate di ciliegie di quelle davanti e le ficca in un sacchetto di carta. Borbotta come una pentola di fagioli.
Nel frattempo le astanti si sono dileguate.
Vabbè… la frutta è andata… ora passiamo alla verdura
Martedì 1 ottobre 2019