bene e benessere
Il bene deve essere intelligente? deve avere qualche utile finalità?
di Aldo Carpineti
Secondo voi il bene che si fa deve essere intelligente? Cioè lo si deve fare con qualche utile finalità? O è già una finalità quella di fare il bene?
Certo per fare il bene ci vuole raziocinio, altrimenti non si distingue il bene dal male. E lasciamo per una volta da parte anche il consueto discorso della oggettività e della soggettività che ci impedirebbe di dire che qualcosa è completamente bene e qualche cosa è completamente male.
Per una volta il bene è ciò che procura maggior benessere a una o più persone. Prendiamo questa definizione come criterio distintivo.
Il bene, dunque, può essere cieco? Si può fare il bene perché è tale per qualcuno indipendentemente dai risultati di questo benessere?
Credo si possa dare una risposta affermativa. Procurare bene genera ulteriore bene e questo è il vero vantaggio finale. Il procedimento, se reale, si esalta in modo esponenziale. Da bene nasce bene.
Non può spaventare dunque fare il bene, il calcolo del poi è inutile ed inopportuno, la finalità sta già in sé.
Domenica 6 ottobre 2019