Genova | prima al teatro della tosse

Emanuele Conte celebra Boris Vian con

"I costruttori di Imperi - Lo Schmurz"

La stagione 2019-2020 del Teatro della Tosse apre con la nuova produzione in Prima Nazionale firmata da Emanuele Conte dal 16 al 27 ottobre, ore 20.30 (domenica ore 18.30 – lunedì riposo)

di Francesca Camponero

Momento dello spettacolo
Momento dello spettacolo

“E ' un caso che ho scelto I costruttori di imperi di Boris Vian ad un passo dal centenario della nascita dell'autore che per altro coincide con il quarantacinquesimo anniversario della fondazione del Teatro della Tosse - ha detto Emanuele Conte oggi in conferenza stampa al Teatro della Tosse - Questo è un testo che mi aveva colpito per la ferocia in cui dentro si trovano l'assurdità del vivere di Albert Camus, la mostrusità familiare di Ionesco, la comicità surreale di Carroll. Un testo assolutamente attuale se si pensa che è stato scritto negli anni ' 30, in cui l'autore riesce a mettere dentro il jazz e il punk rock, la pittura surrealista, la feroce falsità della classe borghese, che purtroppo negli anni invece che scomparire si è allargata a dismisura inglobando ormai l'intera società ".

I costruttori di Imperi , che sarà in scena dal 16 al 27 ottobre, è un perfetto meccanismo drammaturgico che sintetizza tutte le caratteristiche del suo autore, artista eclettico e dinamico, difficile da catalogare come la sua scrittura fatta di improvvisazioni, discrepanze e sorprendenti armonie, che rappresentava la vivacità creativa dei jazzisti degli anni quaranta. Ricordiamo che Boris Vian, autore e musicista francese, è molto caro al Teatro della Tosse che già nel 2010 ha portato in scena un' altra sua opera,I l viaggiatore onirico.

Altro momento dello spettacolo
Altro momento dello spettacolo

La storia racconta della fuga surreale e grottesca di una famiglia che scappa da qualcosa o qualcuno di cui si percepisce solo un rumore impossibile da decifrare. I protagonisti continuano a spostarsi nello stesso edificio verso l’alto per allontanarsi dalla minaccia invisibile che sembra perseguitarli. Ad ogni spostamento la famiglia perde qualcosa, prima oggetti materiali e poi ricordi, sentimenti e affetti. Mano a mano che si sale di piano, gli appartamenti sono sempre più piccoli e malridotti e solo la giovane figlia, l'unica a mantenere il ricordo di ciò che è stato, sembra accorgersene.

Il testo si iscrive a pieno titolo nel filone del teatro dell‘assurdo ed è lo specchio veritiero della condizione umana, di quell‘assurdo che permea l‘esistenza di tutti noi. In questa famiglia "perfetta", che perfetta non lo è per niente, esiste la presenza dello Schmürz, personaggio muto, immobile, eternamente presente, che viene maltrattato, picchiato, isolato dagli altri personaggi, senza apparenti ragioni, e che altro non rappresenta se non il capro espiatorio di una società allo sbando, che attraverso lo sfogo della propria cattiveria pensa di liberarsi dal ansie, frustrazioni e incapacità di saper vivere la vita nella maniera giusta, ovvero in libertà da ogni schema.  

Il regista Conte ha scelto di far lavorare gli attori della sua compagnia con utilizzo delle maschere, realizzate dallo scultore Ruben Esposito, con il quale ha già collaborato per l‘edizione estiva di Orfeo Rave ad Apricale. Ma non finisce qui: gli attori non portano solo la maschera, ma il loro copro è anche coperto da un' "armatura" di gommapiuma che ne deforma le linee e rende indubbiamente difficile ogni movimento. A questo punto appare chiaro che ogni attore in questo caso è costretto a recitare con tutto sè stesso, anima e corpo. La parola non basta più da sola e deve essere incarnata fino in fondo facendo una notevole fatica fisica, come spiega l'attrice Susanna Gozzetti che nello spettacolo ricopre il ruolo della moglie/madre: " La maschera riduce la respirazione e i costumi deformanti limitano indubbiamente la nostra fisicità - ha detto l'attrice - il che fa di questo un lavoro indubbiamente impegnativo che però ha stimolato tutti noi in quanto esperienza diversa dalle precedenti".

Enrico Campanati e Susanna Gozzetti
Enrico Campanati e Susanna Gozzetti

Assieme alla Gozzetti sul palco anche Enrico Campanati nel ruolo del marito/ padre, Graziano Sirressi nei panni della figlia Zenobia, Pietro Fabbri è invece la serva Cruche, mentre Sarah Pesca è il vicino di casa della famiglia in fuga. Alessio Aronne, anche aiuto regista, presta il corpo alla figura de lo Schmürz.

I costumi, di Daniela De Blasio, sono stati realizzati dalla sartoria del Teatro della Tosse. Emanuele Conte, firma anche le scene dello spettacolo.

Martedì 15 ottobre 2019