Genova | spesso il pensiero va al passato
Un campione del ciclismo fortissimo in salita e un avvocato genovese
di Aldo Carpineti
Non è obbligatorio avere miti che risalgono alla gioventù, tuttavia non credo neanche possa essere disdicevole conservarne, alla bella età di 70 anni suonati quanti sono i miei.
Io ricordo sempre volentieri due personaggi, il primo noto al pubblico degli anni ’50 e ’60 appassionato di ciclismo, l’altro un avvocato genovese, da me conosciuto nella vita di tutti i giorni, del quale non menziono il nome perché non ho controllato se ciò possa fargli piacere.
Il primo Charly Gaul, lussemburghese vincitore di due Giri d’Italia e di un Tour de France, protagonista di gesta che furono definite epiche dai giornali specializzati, scalando in bicicletta, spesso in fuga solitaria, le montagne di mezza Europa.
Si rivelò all’attenzione generale vincendo sul monte Bondone una leggendaria tappa del Giro del ’56, in una tempesta di neve e freddo che falcidiò gran parte dei corridori in gara causando numerosissimi ritiri. In quella tappa Gaul staccò Fiorenzo Magni togliendogli la maglia rosa, che portò poi fino al traguardo conclusivo di Milano.
Altre imprese di grande livello Charly Gaul interpretò sull’Abetone e sul Piccolo e Gran San Bernardo, dove superò Anquetil, il normanno, suo avversario di sempre.
Jacques Anquetil, in un primo momento forte soprattutto in pianura ed a cronometro, divenne col tempo competitivo anche in salita, determinando così il declino di Gaul.
In epoche più recenti (ma non tanto) ebbi modo, subito dopo la laurea, di frequentare lo studio di un avvocato voltrese che allora non aveva ancora 40 anni ma disponeva già di una personalità fortissima, umanamente e professionalmente parlando. Pur nella brevità del tempo trascorso nel suo Studio (partii presto per il servizio militare in Marina) imparai tante cose che ancora oggi ricordo e metto a frutto nella mia quotidianità. Grande serietà nell’interpretare il proprio lavoro, spirito sereno, spesso addirittura giocoso erano le caratteristiche di questo signore del Diritto che verso i 45 anni divenne anche docente universitario. Dotato di cultura generale vastissima mi rivelò un giorno che, se non si fosse dedicato alla Giurisprudenza, si sarebbe laureato in Filosofia perché l’una e l’altra sono espressioni dirette del pensiero umano.
Dopo un lungo periodo, lo andai a trovare nei suoi nuovi Studi in centro, e gli chiesi di presentare, uno dopo l’altro, due miei libri. Cosa che fece volentieri, trasferendo la sua verve e la sua vena ironica in ognuno dei due eventi, il primo presso la Biblioteca Universitaria, il secondo nel teatro dell’Istituto David Chiossone. Poi l’ho perso di vista nuovamente, ora deve essere parecchio anziano e non so se eserciti ancora.
Ad entrambi va ancora spesso il mio pensiero, e rappresentano punti fermi, seppur settanta anni di vita conducano a spassionamenti e disillusioni su tante cose.
Venerdì 1 novembre 2019