Genova | riguardo ai fatti miei
Ne ho scritti diversi, perché non uno alla luce delle attuali esperienze?
di Aldo Carpineti
Sono molti quelli che mi chiedono perché non scrivo un nuovo romanzo. Diverse sono le ragioni. In primo luogo perché scrivere un romanzo richiede una concentrazione prevalente su un argomento, significa mettere in secondo piano tutte le altre proprie occupazioni.
E questo non è il momento di fare una scelta di questo genere, che implica organizzazioni del proprio tempo e della propria attenzione che superano tutto il resto della propria esistenza. Perché ora mi sento portato a svolgere attività che abbiano componenti pratiche del fare e del relazionarmi con gli altri piuttosto che del riflettere su me stesso, ad avere attività esterne piuttosto che ricondurmi a ciò che ho all’interno.
Me lo richiedono una mia esigenza di concreta relazione con il mondo come una esigenza ancor più concreta di far fronte e risolvere problematiche economiche sempre impellenti e non accantonabili.
In altre parole sento la necessità di vivere piuttosto che di meditare, di risolvere problemi insieme agli altri piuttosto che con me stesso. Di portare le mie azioni alla gente che mi circonda a conoscere nuove situazioni della vita piuttosto che fermarmi su quelle pregresse.
Secondariamente perché sono convinto che con La casa con le vetrate ho scritto quanto era nelle mie intenzioni sotto forma di romanzo. Tanto è vero che considero le due successive esperienze, Un amore maturo e Elefanti e Topi decisamente meno significative della precedente. Più interessante, se mai, il noir Al di là della porta, una delle mie prime composizioni.
E così ho la sensazione che un attuale tentativo potrebbe dire poco di nuovo rispetto ai contenuti che nella Casa con le vetrate ho espresso. Invece una mia attività professionale come quella che in qualche modo sto facendo, adatta a portarmi a contatto con la realtà e con gli altri ed prospettarmi qualche lucro indispensabile, è senz’altro più consona al mio attuale stato d’animo ed alle mie esigenze di vita quotidiana. In questi giorni sento di vivere neanche alla giornata, ma addirittura alla mezza giornata, il contingente che di volta in volta mi si può proporre mi interessa molto di più che il programmato nel tempo. La mia è una strada che trova soluzioni al momento e per il momento, non in prospettiva lontana. Posso scegliere una tendenza o, al massimo, una direzione, ma non un obiettivo.
Mi sembra di aver detto anche troppo. E se non siete convinti, tornate a sfogliare le pagine di La casa con le vetrate e vi troverete quanto rappresenta ancora la descrizione della realtà più fedele al mio (anche) attuale modo di vedere le filosofie e le circostanze della vita.
Sabato 9 novembre 2019