Genova | al museo biblioteca dell'attore
Sold Out è il romanzo di una vita: dalle campagne novaresi ai palcoscenici dei maggiori teatri italiani, dal “rischio” di diventare un notaio di provincia a un viaggio in treno con Orson Welles, ai film di Visconti, alle partite a tennis con Gassman
di Francesca Camponero
Neanche la pioggia che da giorni scendeva copiosa sulla nostra città è riuscita a fermare il pubblico che il pomeriggio di venerdì 22 novembre alle ore 17 è arrivato numerosissimo al Museo Biblioteca dell’Attore di Via del Seminario 10 per vedere ed ascoltare Umberto Orsini che presentava il libro autobiografico intitolato Sold Out, a cura di Paolo di Paolo - ed. Laterza. Un libro in cui l'attore rimette in ordine le tessere della propria storia. Ha approfittato dei lunedì che sono i giorni di riposo dei teatri per annotare ricordi, riflessioni, emozioni vissute.
Sold Out è il romanzo di una vita: dalle campagne novaresi ai palcoscenici dei maggiori teatri italiani, dal “rischio” di diventare un notaio di provincia a un viaggio in treno con Orson Welles, ai film di Luchino Visconti, alle partite a tennis con Vittorio Gassman. Su queste pagine Orsini toglie la maschera e si racconta, lasciandoci entrare nella sua intensa vita fatta di conoscenze importanti come quelle con Fellini Zeffirelli, Patroni Griffi Ronconi, e via dicendo.
Il Professore Buonaccorsi che ha condotto l'incontro ha comincito così: "Orsini è un attore strordinario, un antico maestro. In questo libro fa i conti con sè stesso, racconta come è andata, ma si pone anche tanti interrogativi su molte cose. Racconta la sua carriera in modo curioso e divertente".
E di questo si è reso conto il pubblico presente in quanto l'attore sin da subito ha affrontato in modo ironico tutti gli aneddoti che riguardavano la sua vita compreso gli inizi in cui, a sua detta, sarebbe finito a fare l'attore per caso, approfittando di un calo di voce del suo datore di lavoro, un notaio, che per leggere un atto si sarebbe servito di lui. A notare la bella voce di Umberto sono le colleghe donne dello studio che lo iscrivono di nascosto all'esame di ingresso all'Accademia di arte drammatica di Roma dove entra portando un brano dell'Uomo dal fiore in bocca di Pirandello. Lì non si sentiva bravo come gli altri e riteneva di non avere alcun talento.
"In corso con me c'era Gianmaria Volontè, quello sì che era un talento! - dice Orsini - un altro che ha studiato con me è stato Luca Ronconi, che tutti conoscono come il grande regista, ma era anche lui un ottimo attore".
Orsini accompagnato da Buonaccorsi chi ha parlato anche delle sue esperienze con la Compagnia dei giovani, la più importante compagnia teatrale italiana dal dopoguerra, costituita da impareggiabili figure della scena quali Giorgio De Lullo, Romolo Valli, Rossella Falk, Anna Maria Guarnieri ed Elsa Albani.
"Un gruppo solido - racconta Orsini - una specie di clan che era senz'altro un punto d'arrivo per gli attori italiani di quei tempi. De Lullo era rigido. Ci sono tanti modi di fare il regista, alcuni ti lasciano più libertà. Lui no. Visconti ad esempio mi ha insegnato il lavoro sul corpo. Ronconi coglieva la mina che covava in un testo. Mi ha fatto anche piangere".
E così mentre prepara un nuovo spettacolo, Orsini riavvolge il nastro di una carriera impressionante: nessun’aria di bilancio, niente nostalgia, perché – come dice – quello dell’attore è un mestiere sempre precario. Nemmeno alla centesima replica sei sicuro di qualcosa.
"Io recito per tutti, ma sono consapevole che in sala c'è sempre una persona che conosce e che sa. Non voglio essere bravo, mi basta essere giusto. Ogni testo non deve essere confuso con un altro. L'attore è al servizio di una missione culturale. Le mie esperienze di vita le metto tutte nel teatro. Anche un momento di ricordo mentre recito può cambiare la battuta. Riccardi III e Re Lear non l'ho ancora interpretati perchè penso non sia ancora arrivato quel momento. Vorrei a riguardo far passare questo concetto: mi sento come un texano che ha tutto ed ha fatto tutto, ma c'è qualcosa per lui ancora di irragiungibie, una specie di miraggio, come vedere Venezia".
L'incontro era il secondo appuntamento della rassegna “Libri al Museo” che vedrà ogni mese la presentazione di un volume per la cui redazione si è fatto riferimento alle raccolte conservate al Museo Biblioteca dell’Attore. Vito Pandolfi, Orazio Costa, Lilla Brignone, Gustavo Modena, L’Arialda di Testori/Visconti, Guido Salvini e Alessandro Fersen saranno gli argomenti dei prossimi incontri.
Martedì 26 novembre 2019