Genova | sala della società ligure di storia patria - palazzo ducale

Aaica presenta i dati relativi alla sua attività

di ambulat medico per gli stranieri non regolari

Nati nel 1994 dietro alla spinta dei flussi migratori. Erano un gruppo di amici che ha creato un servizio di assistenza improvvisata. Dal 1996 fanno medicina di base. Contano 18.000 pazienti, in un anno ne sono arrivati 186 nuovi

di Francesca Camponero

AAICA
AAICA

L'Associazione Ambulatorio Internazionale "Città Aperta" è un'associazione di volontari laici medici e non medici. Fondata nel 1994, con l'obiettivo di rendere effettivo quel diritto alla salute che è proprio di ogni essere umano, di qualunque provenienza geografica, religione e status sociale. La sede ad oggi è in Vico del Duca e tutti i giorni riceve quelle persone senza permesso di soggiorno che in questa condizione, in Italia, non hanno come riferimento alcun medico di famiglia.

Ieri pomeriggio alle ore 16,45 presso la sala della Società Ligure di Storia Patria nell'atrio a Palazzo Ducale, l'Associazione ha organizzato un incontro aperto per presentare i dati relativi alla loro attività di ambulatorio medico per l'anno 2018.

Caterina Pizzimenti, Presidente dell'Associazione ha introdotto l'incontro così:"Siamo nati nel 1994 dietro alla spinta dei flussi migratori. Eravamo un gruppo di amici che ha creato un servizio di assistenza improvvisata. Dal 1996 facciamo medicina di base. La nostra sede odierna è in Vico del Duca, due locali soltanto, l'accettazione e l'ambulatorio, in cui si lavora sodo. Contiamo 18.000 pazienti, in un anno ne sono arrivati 186 nuovi. La nostra attività vuole anche avere un peso politico facendo emergere una realtà che si oppone alle mistificazioni ed ai clichè di parte che vengono affrontati su questo argomento".

Donna straniera in visita
Donna straniera in visita

La Dott.ssa Faletti continua:" Nel 2018 abbiamo 886 utenti per un totale di accessi di 2.495. più del 60% ha meno di 45 anni le fascia maggiore che si rivolgono a noi sono quelle dai 25 ai 34 anni e quella dai 35 ai45. Il primo paese di provenienza dei nostri assistiti è l'Albania, a cui fanno seguito il Senegal e poi il Marocco. Di questi solo il 2% ha il permesso di soggiorno. E pensare che più del 50% dei pazienti è in Italia da più di 5 anni! Le patologie sono le stesse di quelle degli italiani, quindi va anche sfatata l'idea che chi viene da paesi come l'Africa porti malattie gravi oramai da noi scomparse da tempo". 

Presente all'incontro anche l'Associazione "Camici e pigiami", una Onlus nata nel 2002 per assistere i figli di chi non ha permesso di soggiorno. L'ambulatorio si trova in Via san Siro ed ha un'utenza di 410 pazienti l'anno.

"Da noi sono transitate 4200 persone - dice il pediatra resposabile - la maggior parte sono bimbi marocchini ed equadoriani dagli 8 ai 12 anni, naturalmete senza permesso di soggiorno, pur essendo nati qui in Italia. Hanno un codice fiscale provvisorio che poi scade e a quel punto perdono tutti i diritti riguardanti l'assistenza sanitaria. Questo è un fatto ingiusto a cui i nostri governanti dovrebbero porre rimedio e per cui noi ci battiamo".

Ricordiamo infatti che secondo la Costituzione Italiana la salute è un diritto primario di ogni persona e coincide con l’interesse della collettività, senza alcuna discriminazione.

Venerdì 29 novembre 2019