natale è anche questo
Siamo forse stufi di aridità e calcolo, il fascino della riproposta positiva
di Aldo Carpineti
Potrebbe sorprendere che in un’era disincantata come la nostra si senta tanto il Natale. In questi giorni ed in particolare oggi 25 dicembre si avverte palpabilmente fra la gente una atmosfera che la sublima, un clima che deriva dalla partecipazione collettiva ad un sentire comune, ad una reciprocità di sentimento.
In realtà ciò che potrebbe sembrare causa di allontanamento è probabilmente la ragione del nostro riavvicinarci. Una quotidianità fredda, una vita tendente alla ricerca dell’utile spoetizzato, una lotta per la sopravvivenza e per l’accaparramento di tutto quanto può tornarci vantaggioso tracimano poi abbondantemente il riflusso positivo di momenti di unione e di conferme di vicinanza come qualcosa di necessario ed irrinunciabile.
Ci sembra sia la riprova che le caratteristiche migliori dell’animo umano non muoiono, che i tempi per quanto duri e spesso spietati mai cancellano quanto in noi alberga di meglio e di più umano.
L’umanità non si spegne in noi neppure se le nostre abitudini sembrano rispondere sempre più al calcolo ed al sospetto. La poesia del ritrovare qualcosa che ci fa gioire insieme è riprova che quanto di malvagio possiamo avere dentro non supera le aspirazioni a ciò che abbiamo di più alto e più nobile. Riessere insieme, avere riscontri di noi stessi così potenti e straripanti nella reciproca comunione è riprova del meglio, della positività che non scompare, della aspirazione naturale ad esternare il nostro io più gagliardo.
La proposta del profondo è il senso di queste giornate. Chi si senta solo anche oggi abbia la speranza che l’umanità accoglie prima o dopo persino le disperazioni più inconsolabili, che ognuno può ricomporre se stesso nell’universo del sentire, nell’armonia del compiuto e nella proposta di una ripartenza
Mercoledì 25 dicembre 2019