Genova | al teatro duse
Gli interpreti sono 16 e la loro esibizione presenta ancora una volta l'alta preparazione che la Scuola di Recitazione “Mariangela Melato” del Teatro Nazionale di Genova dà ai suoi ragazzi, tutti bravi, tutti pieni di energia, e tanta voglia di fare
di Francesca Camponero
Riccardo III è forse il lavoro più bello di Shakespeare, di certo la prova più difficile per un attore. Tanti grandi attori infatti hanno ammesso di aver rifiutato la parte perchè non si sentivano ancora pronti per affrontare un personaggio di sì tanta portata.
Riccardo, non avvoltoio in un gregge di pecore, ma “straordinario” rapace in un branco di rapaci. Affabulatore, genio della menzogna venduta come verità, approfittatore di chiunque gli possa servire per raggiungere i suoi fini, manipolatore talmente abile da far sembrare altruistiche anche le più abbiette ed egoistiche macchinazioni e da volgere a suo vantaggio persino le circostanze più sfavorevoli, questo è il Duca di Gloucester. La sua parola si fa azione immediata. Primo spettatore di se stesso, compiaciuto ma anche stupito delle sue istrioniche interpretazioni, Riccardo brucia il tempo e non concede a nessuno il tempo per pensare. E ’ l’attore e il suo pubblico, è il pensiero che agisce nel momento stesso in cui si manifesta. E agli altri non resta che soccombere.
Il Riccardo III in questi giorni in scena al teatro Duse in prima assoluta (dal 5 al 9 febbraio 2020) è stato adattato da Anna Laura Messeri e diretto da Massimo Mesciulam e vede in scena gli attori neo diplomati dal Master di Recitazione.
Gli interpreti sono 16 e la loro esibizione presenta ancora una volta l'alta preparazione che la Scuola di Recitazione “Mariangela Melato” del Teatro Nazionale di Genova dà ai suoi ragazzi, tutti bravi, tutti pieni di energia, tutti che credono ciecamente in quello che fanno malgrado la crisi dei teatri che non garantisce certo un mestiere sicuro a chi si avventura nell'arte attoriale. Ma Fabio Barone, Yamina Brirmi, Rita Castaldo, Vincenzo Castellone, Marion Lolita Mélissa Constantin, Sonia Convertini, Lucia Fontanelli, Mirko Iurlaro, Sam Nazionale, Carolina Shadi Osloobi, Carolina Rapillo, Rebecca Redaelli, Marco Rivolta, Lorenzo Satta, Piergiorgio Tacchino, Alessio Zirulia, nello spettacolo diretto da Mesciulam, mettono tutti sè stessi impegnandosi in più ruoli che riescono a gestire con grande padronanza e consapevolezza tanto dell'arte attoriale quanto del testo.
Riccardo III è uno spettacolo corale, lo sappiamo bene, ma in questa particolare scelta registica anche la stessa figura del Duca di Gloucester viene “coralizzata”. Sono tre infatti gli attori che si alternano nell’interpretazione del personaggio, passandosi la giubba, gli occhiali e la gobba. Ed ecco che seppure Riccardo cambia volto, non cambia però indole. La sua voluta cattiveria, quasi invocata a riscatto di una bruttezza inflittagli dalla natura, esce fuori ogni volta che i tre giovani ragazzi indossano prorprio quel costume. Abiti di scena che hanno il potere di trasformare e infondere come per magia lo spirito perverso di quello straordinario personaggio con cui non sono misurabili neppure le nevrosi giovanili del principe di Danimarca e le ubbie senili di Re Lear.
Riccardo è stato un bambino tradito, e ora è un uomo che, mentre mente e trama, esorta paradossalmente coloro che sta ingannando: «Non badare ai miei deliri». Eppure gli altri, che certo non sono migliori di lui, gli credono. Sembra persino strano che gli ingranaggi della sua macchina di morte non si inceppino. Ma il bene, si sa, ha sempre la meglio sul male e così anche lui è destinato ad attraversare la porta dell'Inferno.
Dispera e muori, Riccardo. Dispera e muori, mentre il corteo delle facce di coloro che ha trucidato senza pietà si fa avanti esultante. Il cattivo deve espiare il suo male, non è concesso che una bestia del genere si guadagni il trionfo. Ed ecco che il neo re si ritrova solo, accanto a lui nemmeno più le due attrici che lo hanno quasi sempre affiancato in tutta la piece. Erano le sue sub-personalità, le sue voci interiori patogene, che insinuandosi dentro i suoi pensieri lo hanno portato alla rovina.
Tanti e calorosi gli applausi alla fine dello spettacolo a cui, per i 16 attori, ha seguito la consegna dei diplomi, a compimento di un iter formativo della durata complessiva di tre anni. Alla cerimonia di consegna, insieme al Direttore del Teatro Davide Livermore e al Direttore Didattico della Scuola Marco Sciaccaluga erano presenti anche Ilaria Cavo di Regione Liguria e Corrado Pardi di Banco BPM, che da diverse stagioni offre un prezioso contributo alla Scuola di Recitazione nell’ambito di un progetto ad ampio raggio per la diffusione della cultura sul territorio.
Giovedì 6 febbraio 2020