Genova | crisi settore cultura
L’assessore alle Politiche culturali Barbara Grosso è tra i primi firmatari dell’appello promosso insieme agli assessori alla Cultura di altre 10 grandi città italiane per chiedere un intervento di sostegno a favore del mondo della cultura
di Francesca Camponero
L’assessore alle Politiche culturali Barbara Grosso è tra i primi firmatari dell’appello al Governo, promosso insieme agli assessori alla Cultura di altre 10 grandi città italiane per chiedere un intervento di sostegno a favore del mondo della cultura, in grave criticità per la sospensione di tutte le manifestazioni a seguito dell’emergenza sanitaria da Covid-19.
«La cultura è un tratto distintivo e una risorsa fondamentale per Genova e per tutto il nostro Paese: è il nostro miglior biglietto da visita nel mondo. Senza contare che dà lavoro a milioni di persone ed è determinante per il benessere e per la qualità della vita - ha commentato la Grosso – Molte sono le iniziative messe in campo da chi opera nella cultura, per portarla nelle case dei cittadini. È importante che anche il Governo si attivi per sostenere questo mondo».
Il documento evidenzia che la produzione e i servizi legati allo spettacolo dal vivo, alle arti visive, al cinema, all’editoria, ai musei, alle biblioteche e agli archivi, all’offerta di esperienze culturali in generale si regge largamente su lavoratori con poche garanzie e che, in un momento come quello che stiamo vivendo, rischiano tutto. Sono donne e uomini che vivono spesso di un’economia fatta di passione ma con piccolissimi margini di sopravvivenza, di rischio costante. Artisti e operatori con contratti atipici, partite Iva, freelance, prestazione occasionale o a giornata, e così via. Talvolta riuniti in associazioni, cooperative, piccole imprese, reti e anche naturalmente lavoratori dipendenti, spesso a termine. L'intero mondo della cultura poggia anche sulle loro spalle e senza interventi rapidi di sostegno non sarà in grado di riprendersi dalla crisi, con conseguenze gravissime che ricadono sul paese intero.
Con queste premesse, gli amministratori avanzano un serie di richieste, volte ad arginare la situazione problematica che si è verificata in conseguenza dell’emergenza sanitaria:
• dichiarare lo stato di crisi per l'intero settore culturale pubblico e privato
• estendere tutti gli strumenti disponibili di tutela dell’occupazione previsti nello stato di crisi a tutte le categorie di lavoratori, a prescindere dalle tipologie di contratto di lavoro
• estendere, anche temporaneamente per i prossimi mesi, l’accesso al reddito di cittadinanza ad operatori – con o senza partita Iva - del settore culturale
• introdurre strumenti di tutela nei confronti dei lavoratori di un settore dove il precariato è strutturale
• intervenire sul sistema bancario per la sospensione temporanea dei pagamenti del credito a breve e medio termine ed estensione dei termini di scadenza per una durata pari a quella della sospensione
• ampliare la platea di beneficiari del FUS e considerare il periodo di interruzione dell’attività dovuta alle disposizioni dello Stato con criteri che non generino una riduzione dei contributi assegnati, nonché destinare risorse straordinarie per compensare la caduta delle entrate proprie di enti, istituzioni e organizzazioni
• emanare norme specifiche per autorizzare gli enti locali ad operare in deroga a norme generali e specifiche concernenti l’erogazione di contributi alle attività culturali e la riscossione di oneri e imposte locali.
Giovedì 12 marzo 2020