Genova | io sono stato qui e nessuno racconterà la mia storia
Bene, gatto. Ci siamo riusciti...la voce sospesa tra l'America latina e l'Europa, terra del rifugio. Una finestra su pagine cariche di speranza
di Antonella Vella
Ha fatto sognare raccontando la storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare.
Che io ricordi è stato tra i primi libri dell’infanzia letti ai miei figli che con gli occhi sgranati di stupore ascoltavano la storia delicata e toccante di un’amicizia improbabile tra due essere viventi i cui mondi non dovevano o potevano incontrarsi ma semmai scontrarsi.
Attraverso le sue righe l’insegnamento di un grande poeta, scrittore, sognatore e spirito libero. L’insegnamento che spinge l’uomo a cambiare la propria vita se incalzato da necessità o desiderio di migliorarsi credendo fermamente nelle capacità di cui è dotato. L’iniziazione al volo e quindi alla vita di un piccolo volatile con l’aiuto di un gatto che risulta saggio, amante di viaggi, cultura, filosofia e tecniche di sopravvivenza. Con fermezza e tenerezza Zorbas, il gatto, accompagna Fortunata, la gabbianella, giorno per giorno verso il primo passo nel mondo e si dona, così, l’eterna riconoscenza dei lettori e non, l’immortalità di un personaggio che ha toccato le corde dei più nascosti sentimenti.
Lo scrittore cileno ha insegnato con le sue dolci parole che i sogni non possono e non debbono morire e restando fedeli ad essi riusciremo ad essere migliori e, se noi saremo migliori, sarà migliore anche il mondo.
Le emozioni vengono espresse provocando una musicalità semplice da comporre, in assoluta armonia con le parole per la gioia e serenità che esprimono, nascondendo una vita segnata dal dolore.
Le persecuzioni sotto il regime di Pinochet, le torture perpetrategli in carcere ed in ultimo, l’esilio hanno fatto della vita del grande scrittore un romanzo coronato di coraggio, ideali profondi e radicati.
Un cantastorie narrante la vita con gli occhi di un bimbo, con la paura di un coraggioso e la sensibilità di una voce fuori dal coro sospesa tra il mondo reale e quello della fantasia. Prove di forza per il forte come scriveva lui, correndo in una realtà che toglieva il fiato alle urla di indispensabili verità, le verità di parole che toccavano il cuore di ognuno di noi. Luis Sepulveda ha esaltato l’amore senza il quale non si vive e per il quale si deve vivere con una scrittura soave ed intramontabile. Una scrittura di strada che nasce dalla strada e che lascia un’eredità del sapere attraverso la nobile arte del racconto, del ritmo di una mancata poesia che accompagna tutte le sue opere.
Ogni sua riga stilla rispetto per ogni condizione umana, con solidarietà e con una lentezza data dalla riflessione propria degli eventi narrati, vissuti, non vissuti, reali od immaginari.
Le radici della passione di questo grande personaggio, di quest’uomo che leggeva in solitudine come il vecchio che leggeva romanzi d’amore è storia, è un posto in fondo al cuore che non ha età, che non invecchia e scolorisce mai.
Sabato 18 aprile 2020