Conoscete ormai tutti quanti, perché ve ne ho parlato anche in eccesso, i miei legami con la Toscana. Sono di natura famigliare, forti amicizie, rapporti di lavoro, amore per la stessa terra e per il mare di Viareggio, Lucca, del Pistoiese. 

Premetto che la reclusione in casa non mi è pesata più di tanto, probabilmente per diversi ordini di motivi. In primo luogo perché sono abituato a fronteggiare situazioni difficili senza fare troppi drammi. Poi perché in questo periodo ho lavorato molto da casa nell'ambito della Formazione usando le moderne piattaforme che la tecnologia ci ha messo a disposizione. Di più, perché vivendo solo in casa non ho avuto alcuna delle difficoltà che famiglie numerose possono aver trovato riguardo ai possibili disturbi reciproci nello svolgimento delle rispettive mansioni. Ancora, perché dispongo di un bel giardino. Infine perché ho mantenuto fitti contatti con diverse persone via telefono, whattsapp e con tutti gli altri mezzi oggi un uso. 

Con tutto ciò, non vedo l'ora di prendere il Freccia Bianca per Viareggio. Troppo bello ritrovarsi con quelle persone, troppo bello circolare per la passeggiata fermandosi, se il caso, in un locale o nell'altro per la colazione del mattino, per un drink, per una apericena. E le sere a casa di Riccardo, Alessandra ed Alberto (nonché il bassotto Aramis), una abitudine impagabile. E presto ci sarà anche il Florindo.

Necessaria una puntata anche a Lucca, al Caffè Letterario, dove sono rimasti i quadri della mostra di febbraio, che vanno recuperati. Occasione per vedere mia figlia Giulia e Oliver. E se loro trovano il modo di riaccompagnarmi a Genova un pranzo sulla terrazza dello Squash, in Corso Italia, glielo offro volentieri.

Il mondo sicuramente è cambiato con questa esperienza coronavirus, sotto molti punti di vista, ma certe abitudini non possono che rimanere le prime fra tutte da riprendere ed assaporare in tutta la loro piacevolezza.