Genova | Cultura ligure

2^parte: L’ambiente sociale e politico

Mutius Emmanuel Vultrensis Pittore

Emanuele Muzio nel suo tempo. Uno sguardo all'ambiente sociale e politico per poi continuare ad esaminare gli altri aspetti culturali, familiari e infine artistici

di Maria Augusta Carpineti, Enrico Franceschi, Franca Maria Franceschi, Giulietta Riva

Un elegante abbigliamento ottocentesco
Un elegante abbigliamento ottocentesco
Abbigliamento maschile e arredamento dello studio di un fotografo dell'800
Abbigliamento maschile e arredamento dello studio di un fotografo dell'800
Abbigliamento maschile e posa fotografica
Abbigliamento maschile e posa fotografica
Eleganza femminile e ricercatezza nell'arredamento dello studio di un fotografo dell'800
Eleganza femminile e ricercatezza nell'arredamento dello studio di un fotografo dell'800

II L’ambiente sociale e politico

Emanuele Muzio è figlio della Genova settecentesca, e vive il periodo di trasformazione dalla Repubblica dei Dogi all’annessione al Regno di Sardegna.

Il secolo si apre con l’abile colpo diplomatico dell’acquisto di Finale, continua con la cacciata degli Austriaci e con la caparbia resistenza agli insorti di Corsica per cedere infine alla propaganda giacobina e alla imperiosa e vittoriosa volontà del Bonaparte.

La vita sociale di un periodo così complesso non si può raccogliere in pochi schemi convenzionali, come per tutta la storia italiana, ridurre il settecento alla sola esteriorità, è apprezzamento ingiusto.

Ci sono stati, è vero, Dogi come il fatuo Cesare Cattaneo o come il vanitoso Matteo Franzone , ma ci sono stati anche uomini veri e valorosi, benvoluti da tutti, come Giuseppe Brignole Sale, doge del 1746 o il saggio Veneroso, avveduto e prudente governatore in Corsica, o Giuseppe Lomellini.

Nel ‘94 i Francesi occupano Oneglia e Loano, dimostrando di non temere Genova e di non stimarla!

Il Bonaparte favorisce comunque una trasformazione moderata dell’antico regime; il governo provvisorio sarà composto da 14 borghesi e da 8 nobili. Genova ha accettato il dominio napoleonico, a parte la suggestione del fascino imperiale, nella speranza del rifiorire dei commerci e della sicurezza della navigazione.

Ma, dopo la caduta di Napoleone, il rappresentante genovese al Congresso di Vienna, Antonio Brignole Sale, tentò invano di difendere l’autonomia di Genova. Col proclama del 3 gennaio 1815 la Liguria entrava a far parte del Regno Sardo col nome di Ducato di Genova, chiudendo così definitivamente l’era della Repubblica.

Il sacrificio dell’autonomia ligure, allora considerato penoso ed umiliante, era, all’insaputa di tutti, il primo fortunato e decisivo avviamento alla formazione unitaria nazionale.

Venerdì 27 novembre 2020