Genova | Storia e Cultura

Mutius Emmanuel Vultrensis 3^ parte

3^ parte. Mutius Emmanuel Vultrensis L'uomo di cultura nel suo tempo -

di Maria Augusta Carpineti, Enrico Franceschi, Franca Maria Franceschi, Giulietta Riva

INSTITUTIONES PHILOSOPHICAE ad usum scholarum editae
INSTITUTIONES PHILOSOPHICAE ad usum scholarum editae

III L’uomo di cultura 

Sicuramente libri di studio di Emanuele Muzio furono: Regia Parnassi (1778) ed Institutiones philosophicae (1786) entrambi in latino. Il gusto per gli argomenti mitologici e di sapore arcadico [1] gli poté derivare da questi primi studi; e così la filosofia, la teologia e l’interesse scientifico che sin da quindicenne coltivò, sono da mettere in relazione con il vasto testo Institutiones philosophicae ad usum scholarum editae.

L’amore per la mitologia e per la natura si può trarre anche da altri libri relativi alla sua prima maturità: ad esempio, Le spectacle de la Nature (1803) interessante opera in 7 volumi in 16° giunta completa sino a noi.

Ancora è utile osservare che, tra i libri pervenuti, ve ne sono alcuni di poesia, di cui uno, in vero e bon zeneize, traduzione delle commedie di Molière da parte di Micrilbo Termopilatide P.A., il patrizio genovese Stefano Defranchi [2], e uno, sempre in dialetto genovese, di racconti di Martin Piaggio, il celebre Esopo zeneize.

In conclusione gli idiomi genovese, francese e latino erano ben noti al nostro Emanuele, oltre all’arte poetica in generale. Micrilbo Termopilatide è autore anche di altre composizioni poetiche, tipiche del gusto arcadico, possedute da Emanuele Muzio.

Altri libri sono editi nel periodo della rivoluzione francese, o immediatamente successivo: il poema epico Gli animali parlanti (1802), di cui conserviamo il 2° volume, è un libro satirico alquanto dissacratore; un altro volume, interessantissimo per illuminare quel ben preciso momento storico, è la Raccolta de proclami del Direttorio Esecutivo della Repubblica Ligure edito a Genova nel 1798, anno primo della libertà ligure; si tratta di una completa raccolta di decreti e proclami (ivi comprese, potremmo dire, le norme di attuazione), che ci permette di ricavare un quadro abbastanza esatto della vita civile nella Repubblica Ligure della fine del ‘700.

I libri del periodo successivo ci rivelano l’amore paterno e l’impegno nell’allevare i figli: si tratta di volumi dedicati all’educazione dei giovani ed al divertimento infantile, Fiore di Virtù del 1827, Biblioteca dei Fanciulli (6 tomi). Da ultimo è utile sottolineare l’abbondanza di volumi a carattere religioso, che lo hanno accompagnato in ogni fase della vita: dalla Metaphisica (1787) ai Libri poetici di Saverio Mattei (1823) a Treni di Geremia Profeta (1828), per terminare con una bella edizione della Bibbia.

Attenzione particolare dobbiamo riservare ai libri riguardanti la pittura e l’arte; tra questi spiccano il Trattato della pittura di Lionardo da Vinci, con incisioni del Di Bella, edito a Firenze nel 1792; le Vite dei pittori, scultori e architetti genovesi, di Raffaele Soprani, 2a edizione, per Jvone Gravier, Genova, 1768; Delle vite de pittori, scultori ed architetti genovesi, tomo secondo, scritto da Carlo Giuseppe Ratti, Genova 1769, stamperia Casamara.


[1] Nel 1783 viene fondata la Sezione genovese degli Arcadi.

[2] Bellissimo il ritratto che ne fa Amedeo Pescio nel suo Settecento Genovese, ed. Remo Sandron (1922): «Nobilissimo patrizio, poeta assai grazioso…fu il nostro tipico poeta dialettale del 700 … fu cittadino di amabili virtù»

Domenica 29 novembre 2020